Pensionati, benvenuti al Sud: le condizioni perché il piano abbia successo

Sgravi fiscali: pensionati, benvenuti al Sud ma senza limiti

Articolo di Romano Prodi su Il Messaggero del 24 agosto 2018

Nello scorso maggio, dalle colonne di questo giornale, si proponeva, ad imitazione di quanto si sta facendo in altri paesi o in altre regioni dell’Unione Europea (come il Portogallo, la Bulgaria o le Canarie) di agevolare fiscalmente i pensionati che trasferiscono in aree del nostro profondo Mezzogiorno la propria residenza. La proposta consisteva in un azzeramento delle imposte sulle pensioni per un periodo di dieci anni o in una sostanziale riduzione delle aliquote fiscali per un periodo di tempo indefinito. Sottolineavamo che questo non era certo il modello ideale per lo sviluppo del Mezzogiorno ma ne auspicavamo tuttavia una rapida messa in atto, confortati dai risultati positivi dei paesi o delle regioni nelle quali queste agevolazioni sono state applicate.

Si legge ora che questa proposta rientrerebbe nei programmi immediati di almeno una parte del governo, con una proposta aperta a Sicilia, Sardegna e Calabria. Sono regioni che godono di condizioni climatiche molto favorevoli e di un costo della vita che, anche se superiore a quello della Bulgaria, è certamente inferiore non solo a quello dei paesi del nord Europa ma anche del resto dell’Italia.

Penso perciò che il progetto debba essere portato avanti e possa essere benefico in termini di reddito e di occupazione.

Occorre però approfondirne alcuni aspetti che ne condizionano il successo. In primo luogo l’estensione territoriale: dovrebbe essere sviluppata in modo graduale e progressivo, per rispondere all’adempimento dei livelli qualitativi che sono un elemento necessario per il successo della proposta stessa.

La condizione più importante (da aggiungere naturalmente alla protezione e sicurezza di fronte a comportamenti illegali) è tuttavia la buona qualità del sistema sanitario. I pensionati, per definizione, non sono dei ragazzi e hanno bisogno della vicinanza di efficienti presidi sanitari e della presenza di una sanità di alto livello ad una distanza tollerabile.

Si tenga inoltre presente che  essi fissano la residenza solo dove esiste un sistema di trasporti che li possa mettere facilmente in contatto con il proprio mondo precedente: il che significa soprattutto la necessità di disporre di un aeroporto efficiente e dotato possibilmente di voli low-cost.

Nella proposta attualmente divulgata vi sono invece elementi che esigono approfondimenti e cautele. Il progetto condizionerebbe infatti i benefici fiscali alla fissazione della residenza in comuni inferiori ai quattro mila abitanti e che abbiano perduto almeno il 10% della popolazione negli ultimi dieci anni.

Questa condizione condannerebbe il progetto ad un sicuro insuccesso perché l’esperienza ci dice che coloro che cambiano la residenza scelgono in modo assolutamente preferenziale di inserirsi in comunità nelle quali si può godere di una vita sociale di buon livello.

Questo progetto, infatti, non può essere dedicato al pur nobile scopo di porre rimedio allo spopolamento dei piccoli borghi ma deve offrire ai pensionati una migliore qualità della loro vita. Se si vogliono porre condizioni fisiche alla scelta residenziale (ma dubito che sia il caso) mi sembra preferibile concedere le agevolazioni a coloro che comprano o affittano un’abitazione vuota da almeno tre anni, dato che di case vuote ne abbiamo ovunque in tutto il profondo sud.

Si tenga in ogni caso presente che la quasi totalità dei pensionati preferisce avere una rete di vicini e amici con i quali trascorrere la giornata ed è per questo motivo che, in genere, si trasferiscono in gruppi e non in modo isolato.

Se molti italiani hanno scelto Lisbona e non le coste del Sud del Portogallo è proprio perché la loro scelta è condizionata alla possibilità di migliorare in modo complessivo (e non solo economico) la loro qualità di vita. E se per raggiungere questa qualità di vita viene scelta Palermo o Siracusa non vedo perché questo non debba essere consentito.

Vi sono però condizioni serie e rigorose perché un progetto di questo tipo possa essere accettato dai nostri partner e non si trasformi in una vacanza a basso costo per i pensionati. Il controllo dello Stato deve essere serio e rigoroso, così da accertare che siano messe in atto le necessarie infrastrutture e che colui che gode di benefici fiscali trascorra almeno la metà dell’anno nella nuova residenza.

Il beneficio fiscale non è fatto per evadere le imposte ma per portare potere d’acquisto in aree periferiche nel modo più soddisfacente possibile per coloro che si trasferiscono e per gli antichi residenti.

Questo progetto ha infine la virtù di costare molto poco e di non aggiungere perciò alcun gravame alle mirabolanti promesse che il governo dovrà rendere compatibili nel prossimo autunno. Il che non è certo poco.

Si proceda quindi in fretta senza dimenticare che questa decisione non è  sufficiente per risolvere la tremenda crisi del nostro Mezzogiorno ma potrà essere, se realizzata bene, almeno in grado di fare nascere una non trascurabile quantità di attività economiche che ne rallenteranno un poco il degrado.

E che, infine, avrà  la conseguenza di ampliare il numero di coloro che amano ed apprezzano il calore del clima e delle persone di una parte d’Italia ancora troppo periferica e dimenticata.

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Dati dell'intervento

Data
Categoria
agosto 24, 2018
Articoli, Italia