Prodi striglia la sinistra: «Serve più coraggio»
Prodi striglia la sinistra: «Serve più coraggio»
Articolo di Adriana Comaschi su L’Unità del 6 maggio 2011
Serve piu` coraggio, piu` capacita` di guardare «al domani e non solo all’oggi». Romano Prodi torna a strigliare il centrosinistra, a pochi giorni da un affondo che gia` aveva fatto rumore («gli eredi dell’Ulivo? Non fanno che litigare tra loro»). E soprattutto, lo fa a sole ventiquattr’ore da un’altra bacchettata di primo livello, quella impartita dal capo dello Stato Giorgio Napolitano: secondo cui la sinistra dovrebbe essere piu` «credibile e responsabile, o immagina cosi` l’alternativa o rimarra` all’opposizione».
Parole che il numero uno dei democratici Pier Luigi Bersani non puo` non commentare: «Sappiamo benissimo di dover avere credibilita`, in un momento in cui il governo non ne ha. Amareggiato? Non sono il tipo». Pierferdinando Casini si scansa: «Napolitano si e` rivolto alla sinistra, non mi sento richiamato da lui». E` un uno-due pesante, per un’opposizione in cerca di riscatto a una settimana dalle amministrative. Napolitano si concentra proprio sui suoi compiti, prendendo spunto da un incontro su Giolitti e su un testo che «dovrebbe leggere chi fa politica oggi a sinistra e sta all’opposizione: ci trova la definizione di cosa sia l’alternativa: credibile, affidabile e praticabile». Tre aggettivi che inchiodano il Pd in un nuovo dibattito interno. Bersani abbozza, ma poi replica anche nel merito: «Sappiamo di avere la responsabilita` di presentare un pacchetto di riforme per ricostruire il Paese, abbiamo gia` pronto un programma».
LA LEZIONE DEL PROFESSORE Il ragionamento di Prodi e` invece ad ampio raggio, ma va comunque a battere lo stesso tasto. Si parte da una riflessione sull’«Economia giusta», organizzata da Coop Adriatica ieri a Bologna, insieme al politologo Piero Ignazi. Punta il dito, l’ex presidente del Consiglio, sulla paura che ormai attanaglia «le famiglie ma anche le imprese che, bolognesi e non, preferiscono investire sull’edilizia che sulla ricerca».
Boccia dunque «i leader europei: hanno scelto tutti di rincorrere chi ha paura – in Italia succede con la Lega». Occorre insomma ricostruire «una clima di fiducia». E avere piu` coraggio. A partire da una considerazione molto autobiografica e molto amara…
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