Prodi perde la pazienza. La rettifica è da Oscar

Prodi perde la pazienza. La rettifica è da Oscar

Articolo di Marco Sarti su LINKiesta del 17 luglio 2012

Sarà che con il caldo di questi giorni la pazienza finisce prima. Sarà che a quattro anni e mezzo dall’ultima esperienza di governo uno si stanca di essere ancora citato dai giornali. Una cosa è certa: stavolta Romano Prodi si è proprio rotto le scatole. Accantonato il sorriso bonaccione e i modi gentili, nel giro di qualche ora l’ex premier ha pubblicato due note stampa da incorniciare. Dure, al limite della cattiveria. Eppure scritte con rara fantasia e ironia. Due rettifiche da Oscar della smentita.

Al centro delle ire dell’ex leader di centrosinistra finiscono due donne. La vicepresidente del Parlamento europeo Roberta Angelilli, che in un’intervista al Secolo d’Italia ha accusato Prodi di aver involontariamente rafforzato l’asse Parigi-Berlino. E la giornalista che ha raccontato su Libero il presunto patto tra Prodi e Renzi, in chiave anti-Bersani. I due comunicati di risposta sono un capolavoro.

«Comprendo che l’onorevole Angelilli non abbia alcuna preparazione in materia economica e monetaria e, per questa ragione, può essere giustificata per le sue tesi sull’euro». Ecco la prima, nervosa, reazione di Prodi attraverso la sua portavoce Sandra Zampa. Dopo aver ripercorso le vicende politiche che portarono il nostro Paese alla moneta unica, la smentita si chiude così: «Il risultato raggiunto dall’Italia fu definito da tutti un miracolo. Ma probabilmente l’onorevole Angelilli non possiede gli strumenti per comprenderlo».

Più articolata la rettifica dell’altra notizia. Prodi e Renzi studiano un piano per fare le scarpe a Bersani? In questi casi basta dire che le indiscrezioni sono destituite di fondamento. Invece l’ufficio stampa dell’ex premier si sbizzarrisce. «La lettura dell’articolo che Libero propone oggi ai lettori provoca, in chi conosce minimamente Romano Prodi e la sua vita, una vera ilarità. L’obiettivo politico del quotidiano è scontato e ormai stucchevole: Prodi vuole male al Pd (…). Creatura per la cui nascita, sottolinea la stessa giornalista, avrebbe “lavorato per tutta la vita” (!). Per poi ucciderla con le proprie mani, novello Tafazzi o tragica Medea. Per la parte politica ci si può fermare qui. È sufficiente dire che la fantasia ha avuto il sopravvento su tutto, anche sulla semplice verifica di quanto ci si accingeva a scrivere».

La nota dell’ufficio stampa di Prodi continua. E per smentire le indiscrezioni riportate dall’articolo, si attarda in una lunga e particolareggiata descrizione dell’appartamento bolognese dell’ex premier. Evidentemente diverso da come raccontato su Libero. «Ciò che più colpisce nell’articolo sta nelle sue prime righe, laddove l’abitazione di Prodi, che Montanelli ebbe a definire come “la casa di un onesto professore”, che gli italiani hanno visto tante volte in televisione, e ogni giornalista conosce o può conoscere senza difficoltà non è un meraviglioso palazzo e non si affaccia su Piazza Santo Stefano». Poi il colpo di classe. «Della bellezza di quella splendida piazza Prodi può godere attraversandola per andare a casa, ma da casa sua non ne intravvede neppure un angolo».

La sublimazione delle rettifiche a mezzo stampa. Ma era necessario scomodare addirittura Montanelli?

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luglio 18, 2012
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