Renzi faccia in fretta: se non cambia le cose subito non avrà più tempo
Prodi: “Bene Renzi sul cuneo fiscale. Quando lo feci io ebbi Confindustria contro”
Articolo di Silvia Bignami su La Repubblica di Bologna del 15 marzo 2014
L’ex presidente del Consiglio commenta le mosse del neopremier a Bologna alla presentazione del libro di Alan Friedman.”Oggi l’accoglienza è diversa, clima più aperto e tutti più disposti al cambiamento. Ma sa che se non cambia subito verrà corroso”. Lo scrittore: “Se fallisce lui falliamo tutti”
“Interessante il taglio del cuneo fiscale. Rispetto a quando lo feci io oggi c’è un clima più aperto. Allora Confindustria mi sputò subito addosso, e per me fu uno shock”. E’ l’analisi che fa Romano Prodi da Bologna – dove partecipa alla presentazione del libro di Alan Friedman con Angelo Panebianco – delle ultime mosse del governo Renzi. “Oggi l’accoglienza è diversa, sia da Confindustria, che da sindacati e opinione pubblica. La gente, se le decisioni sono coerenti e se ci sono le risorse, oggi è molto più disponibile al cambiamento. Oggi anche la Germania è più isolata, e anche in Unione europea può esserci più facilmente un cambiamento. C’è un’atmosfera di attesa molto diversa dal passato”. Il problema di Renzi, riflette ancora l’ex numero uno della Commissione europea, “è che sta facendo una scommessa molto alta, quindi ha necessità di fare in fretta, per incontrare le aspettative. La difficoltà è che Renzi sa che se non cambia le cose subito, viene corroso, e allora non avrà più tempo”.
“Certo”, commenta ironico Prodi, “è la prima volta che un governo arriva e si trova un utile di 20 miliardi. Se è merito di Letta? Non ho detto questo. Io e Panebianco ci limitiamo alla curiosità intellettuale tipica di osservatori esterni davanti a questo particolare evento”. Ma Prodi torna sul neopresidente del Consiglio. “Il Paese ci abitua alla non decisione. Rompere è fondamentale perché siamo davvero a un minuto prima di mezzanotte. Oggi come oggi anche io avrei dato, come Renzi, il cuneo secco ai lavoratori. Perché c’è bisogno di aumentare la domanda interna”.
Renzi “è la scossa che ci vuole”, commenta il giornalista e scrittore Alan Friedman. “Ha tanti difetti, tanti limiti, ma è l’unico sulla scena politica italiana in grado di sbloccare il sistema. Se fallisce lui, falliamo tutti”.
“Letta? Non è un momento facile”. Nella chiacchierata con Panebianco e Friedman Prodi dedica una riflessione al predecessore di Renzi, Enrico Letta, sfiduciato dal Partito democratico un mese fa. “Con Enrico ci siamo telefonati. E’ stato mio collaboratore ed è mio amico. Gli amici si sentono in caso di difficoltà. Questo – ammette Prodi – non è un momento facile per lui”. E sulle voci che lo vogliono ancora candidato a succedere a Giorgio Napolitano: “Io al Quirinale? Ve l’ho detto in inglese: game over. Ora ve lo dico in italiano: la gara è finita”.
“A Europee pro-renzi contro anti-Renzi“. Fra due mesi e mezzo le urne per decidere la composizione del nuovo Parlamento europeo. “Saranno importantissime – sottolinea il Professore – “per la politica nazionale: in Italia ci si dividerà tra pro-Renzi e anti-Renzi. quindi ci ritroveremo a elezioni importanti per l’equilibrio europeo, che verranno giudicate secondo logiche italiane. Da quelle anche i parlamentari capiranno se saranno o meno rieletti”.
Il nodo del 3%. “Utilizzare il debito dal 2,6% al 3%? Io sono favorevole a utilizzare il più possibile. I primi a sforare il 3% (del rapporto deficit/Pil, ndr) sono stati i francesi e i tedeschi, lo dico io che allora ero presidente della Commissione”, ricorda Prodi. “Le regole non vanno violate assolutamente ma ci sono seri spazi di contrattazione. Se io tengo il 3% e investo zero uccido il futuro, se invece io tengo il 3% e investo il 5, allora costruisco il mio futuro. La regola del 3% è stupida, va rispettata, ma bisogna fare una coalizione a livello europeo per rivederla”.
Bologna e il nodo burocrazia. Uno dei fronti di battaglia annunciati dal governo Renzi è quello contro la burocrazia. Prodi ne vede gli effetti anche su Bologna: “In città ci sarebbero tante cose da ristrutturare e sistemare, ma non si riesce mai a portare a termine nulla perché interviene il Tar“. Insomma, anche in città si vedono gli effetti di una macchina burocratica poco scattante e mal oliata.