A Reggio Emilia una rivoluzione che richiede altre rivoluzioni
Articolo di Romano Prodi su Il Resto del Carlino del 08 giugno 2013
Oggi si inaugura una meraviglia che può cambiare il ruolo e i modelli di vita della nostra città: la stazione dell’alta velocità. Una realizzazione che, insieme ai tre archi di Calatrava, ha portato a Reggio una nuova immagine di modernità e di bellezza. E ci ha portato ad essere il punto di riferimento di un’area economica che va ben al di là del nostro territorio e comprende una buona parte della pianura padana.
Da qui si raggiungerà Milano in tre quarti d’ora e Roma in poco più di due ore: una vera rivoluzione dei nostri modelli di vita e della nostra economia.
Si tratta tuttavia di una stazione diversa dalle altre e di concezione tutta nuova in Italia perché è lontana da ogni stazione tradizionale e serve esclusivamente da cerniera fra il traffico ferroviario e quello automobilistico. Questa è una rivoluzione maggiore. Perché abbia successo occorre una frequenza di traffico sempre crescente e questa sarà possibile solo se i passeggeri arriveranno non solo dalla nostra provincia ma da quelle di Parma, Modena e Mantova. Tutto ciò è assolutamente possibile perché questa stazione eviterà ai potenziali utenti i disagi che derivano dall’entrare nelle città trafficate e permetterà quindi enormi risparmi di tempo.
Ogni cambiamento esige tuttavia altri cambiamenti. Qui abbiamo subito bisogno di parcheggi grandi e comodi, di strade d’accesso più rapide e meno tortuose di quelle attuali e di indicazioni stradali chiare, visibili e diffuse in un ampio territorio.
Solo a queste condizioni si potrà mettere in atto la rivoluzione che questa nuova stazione comporta. Solo a queste condizioni i treni che si fermeranno nella nuova stazione si moltiplicheranno nel tempo e potranno davvero cambiare in meglio la nostra vita. Godiamoci quindi questo nuovo gioiello e facciamo di tutto perché col tempo si impreziosisca.
Romano Prodi