Doveroso accettare l’invito: il G8 è una palestra di discussione per tutta l’umanità e non il cortile di un singolo paese
Lettera di Romano Prodi al direttore de Il Fatto Quotidiano del 27 novembre 2013
Caro Direttore,
ho letto con molto interesse l’articolo dal titolo ingannevole “Anche Prodi alla corte del nuovo zar“.
In esso si sottolineano ovviamente più i punti di consenso che i punti di dissenso che ho avuto con Putin (a partire dal caso ucraino).
Tutto questo fa naturalmente parte di una scelta opinabile ma ugualmente rispettabile.
Venendo tuttavia al punto essenziale contenuto nel titolo, Le voglio solo precisare che il presidente Putin mi ha chiesto se accettavo di collaborare alla preparazione del rapporto sull’immigrazione che sarà al centro del G8 presieduto dalla Russia nel prossimo giugno.
A un simile invito si risponde doverosamente di sì, sperando di potere dare un contributo per affrontare in modo possibilmente propositivo uno dei più tragici drammi dell’umanità.
Non so se il mio contributo sarà importante ma mi sembra doveroso provarci perché il G8, con tutti i suoi limiti, è ancora una palestra di discussione per tutta l’umanità e non il cortile di un singolo paese.
Con molta amicizia,
Romano Prodi