La grande paura sta aiutando Obama
Il Messaggero – 3 novembre 2008
Come in ogni campagna elettorale, anche qui negli Stati Uniti , negli ultimi giorni, parlano di tasse , di tasse, e poi… ancora di tasse. Ognuno offre il suo pacchetto di esenzioni, riduzioni e promozioni.
I pacchetti di Mc Cain e Obama sono entrambi ben confezionati per i propri elettori. Il primo con l’accento su una diminuzione per tutti, e il secondo sul 90% dei cittadini premendo però sui più ricchi in modo da trovare risorse per sanità e istruzione.
Se i discorsi battono sul tema fiscale, il sentimento popolare è tuttavia altrove. Esso vive nella paura. La paura di una crisi economica di cui non si conoscono le dimensioni e di cui, a maggior ragione non si conoscono i rimedi. E’ la paura di una progressiva caduta della domanda dei consumatori e di una evaporazione dei risparmi nella crisi edilizia e nei misteriosi subprime.
In questi casi l’obiettivo della diminuzione del peso fiscale viene oscurato dalla necessità di protezione in casi di disoccupazione, di malattia e di vecchiaia.
Non ci si deve quindi sorprendere che la grande paura stia aiutando Obama : non solo perché esso ha potuto facilmente scaricare le responsabilità della crisi sulle spalle di un passato di cui non è evidentemente responsabile, ma anche perché la sua maggiore offerta di sicurezza ha reso meno efficaci le tradizionali armi americane che puntavano sulla assoluta sovranità di un mercato privo di regolamentazioni e controlli.
La crisi economica ha quindi cambiato in poche settimane l’economia del mondo. Ora , probabilmente, ne cambierà anche la politica.
Intanto , le famose sempiterne luci dei grattacieli di New York, dopo le ore d’ufficio rimangono spente. Non solo per una ragione di risparmio energetico.