La razza, la democrazia e quella signora che ha paura
Il Messaggero – 4 novembre 2008
Qui, negli Stati Uniti, tutti gli analisti politici danno Obama come vincitore. Ma poi essi stessi chiedono, quasi increduli, se un Paese può cambiare così rapidamente la sua storia e dimenticare le sue divisioni.
La razza, fino a pochissimo tempo fa, era la frattura insanabile dell’America, la bomba ad orologeria per il suo futuro.Oggi un candidato nero è il più probabile presidente degli Stati Uniti.
Indipendentemente dal risultato elettorale, questio solo fatto è la dimostrazione della capacità di cambiamento della società americana. Dopo anni di progressivo isolamento sono gli americani stessi a voler offrire al mondo un volto nuovo. Una faccia che, per la sua diversità col passato, presenta anche l’immagine di una nuova america.
Questa campagna elettorale è quindi già di per se stessa un cambiamento radicale. Anche se ho ancora impressa l’immagine di una signora che stamattina, davanti alle telecamere, ripeteva con insistenza: «Ho sempre votato democratico, mi piacciono le idee di Obama, ma Obama mi fa paura!».
I cambiamenti non sono facili, né per i Paesi né per le persone. Ma la grandezza della democrazia è propsio quella di sapersi rigenerare dall’interno