Il ”Cev”, serenamente e coerentemente fedele alle sue idee e ai suoi valori
Il sorriso del “Cev”, la politica fondata sui rapporti umani
Ricordo di Romano Prodi su L’Unità del 10 maggio 2012
Maurizio si è speso sempre, nelle cose piccole e in quelle grandi, per i suoi ideali. Era buono e generoso ma, soprattutto, la politica si fondava per lui sempre sul rapporto umano.
E’ davvero doloroso dover commemorare Maurizio Cevenini, il “Cev”, che ho conosciuto sempre sorridente.
I suoi auguri sotto l’Ulivo, poco prima di Natale, mi hanno accompagnato per anni. Puntuale e sorridente il “Cev” tagliava con me il panettone e brindava con i tantissimi sempre presenti e con l’entusiasmo di chi è soddisfatto di ciò che sta facendo. Era stato lui, nel marzo 1996, a piantare con me uno degli ulivi d’annata, quello del bar Ciccio, luogo caro al “Cev” che all’epoca era responsabile del collegio in cui ero stato candidato. E in quella veste mi ha spesso accompagnato con la sua auto qua e là per qualche incontro della campagna elettorale.
Maurizio si è speso sempre, nelle cose piccole e in quelle grandi, per i suoi ideali. Amava la sua città e il suo partito. Era buono e generoso ma, soprattutto, la politica si fondava per lui sempre sul rapporto umano. Per questo ho detto che non era un caso che tutti gli volessero bene. Con i suoi modi sorridenti e amichevoli, il “Cev”, faceva politica e faceva bene alla politica. Lo dimostrano i consensi e le preferenze di cui è stato campione ma soprattutto il suo saper essere sempre nella posizione giusta nel dibattito sulla città e sul partito.
I suoi modi cortesi e amichevoli non nascondevano la ricerca di accomodamenti a ogni costo. Al contrario era serenamente e coerentemente fedele alle sue idee e ai suoi valori. Nelle nostre conversazioni sulla politica, su Bologna e sul mondo faceva osservazioni pacate e profonde, senza retorica. Non ricordo di averlo sentito scagliarsi contro qualcuno né, mai, prendersi gioco di nessuno. La sua presenza e la sua cordiale disponibilità erano un punto di riferimento di ogni manifestazione popolare di Bologna, dagli appuntamenti politici ai raduni sportivi, non solo allo Stadio, dove non mancava mai di tifare per il suo Bologna.
Era davvero un pezzo importante della nostra città. Penso che abbia saputo interpretare una politica aperta e serena anche in momenti duri e difficili. Lo ricorderemo così anche se oggi il pensiero della sua solitudine nel momento in cui ci ha lasciati, non può non provocarci un dolore grandissimo e lasciarci affranti.
Non avremmo voluto perdere così il nostro Cev.