La mancanza della politica apre sempre spazio agli imprevisti
Dai mercati alla Libia, le svolte dell’estate
Articolo di Romano Prodi su Il Messaggero del 28 agosto 2011
Di solito alla fine di agosto si pensa solo alla ripresa del lavoro, come se nella fosse successo. Tutto diverso è l’esercizio che si deve compiere quest’anno perchè il mese del riposo è stato il mese delle grandi novità. Non è retorica affermare che il mondo non è più quello di qualche settimana fa.
Prima di tutto l’economia. Le nuove previsioni, in questo caso condivise da tutte le organizzazioni internazionali, sono concordi nell’abbassare le prospettive di crescita delle economie avanzate. La ripresa sarà molto più lenta del previsto e il tasso di disoccupazione più elevato. Nonostante i grandi progressi della scienza economica sembrano prevalere le tesi degli storici dell’economia che ci ricordano come l’aggiustamento dopo un terremoto come quello iniziato nel 2008 richieda almeno un periodo di sette anni, soprattutto quando il mondo è senza governo.
Il pietoso dibattito americano sul livello del debito federale e gli inconcludenti vertici europei sulla solidarietà all’interno dell’Unione dimostrano che le economie occidentali sono ben lontane dall’avere una direzione politica. Esse rimarranno ancora a lungo nelle mani di operatori e speculatori internazionali che ormai dimostrano più forza e più agilità dei governi.
Questa realtà si è tradotta in un vero e proprio dramma per i nostri Buoni del Tesoro e per la Borsa italiana, vittima privilegiata dell’incertezza internazionale. I titoli delle nostre banche e delle nostre imprese sono arrivati a un livello di depressione tale per cui con due soldi si può comprare l’intero nostro apparato economico. Da settembre dovremo essere quindi più attenti, in modo da evitare la “parmalattizzazione” della nostra economia, intendendo con questo termine il fatto che una qualsiasi impresa straniera si possa mangiare in un solo boccone una nostra fiorente azienda sapendo benissimo che non esiste alcun alternativo acquirente italiano. Questo è oggi lo stato del nostro capitalismo.
E quindi da settembre (e per la durata di qualche mese) sarà bene smettere di parlare di privatizzazioni e pensare forse a qualche temporanea pubblicizzazione (utilizzando anche le reali potenzialità della Banca Depositi e Prestiti) in modo da preparare quelle naturali difese che i nostri fratelli europei, a cominciare dai francesi, edificano sempre con tanta sapienza.
Il mese d’agosto ci ha inoltre portato verso la fine della guerra di Libia. Una fine che tuttavia apre un capitolo ben più complesso, perchè avranno termine le semplicistiche divisioni fra buoni e cattivi e si dovranno affrontare le differenze tribali e le divisioni territoriali che rendono così intrigato il quadro libico. In settembre Sarkozy e Obama faranno a gara per appropriarsi dei meriti e dei vantaggi di questa strana vittoria militare, ad entrambi necessaria per la prossima campagna elettorale.
In più Sarkozy non può che utilizzare questa vittoria per ricostruire il ruolo della Francia nel Mediterraneo, soprattutto dopo gli scarsi successi dell’Unione per il Mediterraneo, di cui Sarkozy stesso si è impadronito ma che, dotata di scarsi mezzi finanziari e di un tiepido appoggio politico, ha dato fino ad ora risultati assai modesti. Vedremo quindi un settembre in cui Sarkozy si assumerà tutti i meriti della vittoria anche se, come è spesso suo costume, sarà portato a sottovalutare la complessità del problema e sarà costretto a constatare come sia difficile portare pace e democrazia in un contesto così difficile, soprattutto se si ha un occhio rivolto alla Libia e un altro rivolto alla Francia. O magari tutti e due rivolti alla Francia.
Un altro avvenimento, meno pubblicizzato in Italia ma a mio parere di tutti il più importante, ha caratterizzato il mese di agosto e cioè il radicale cambiamento nei rapporti fra gli Stati Uniti e la Cina.
I media e le autorità cinesi hanno attaccato in modo quasi rude il consumismo incontrollato del popolo americano (per altro fortemento spinto dai loro finanziamenti) e, con altrettanta veemenza, hanno criticato la politica economica e finanziaria del governo statunitense, senza provocare alcuna risentita reazione da parte della Casa Bianca. Nonostante questo Il vice Presidente statunitense Joe Biden in visita a Pechino ha sposato in pieno le due politiche che più interessano alla Cina, cioè l’indissolubilità con Taiwan e l’indiscussa sovranità sul Tibet. Affermazioni che in passato avrebbero provocato polemiche a non finire ma che ora, alla luce dei nuovi rapporti di forza, vengono pacificamente accettate. Nonostante l’ancora immensa forza militare e scientifica degli Stati Uniti, il fatale agosto 2011 ha avvicinato di molti anni il momento in cui il testimone del primato mondiale passerà dall’aquila americana al panda cinese.
Questi sono gli avvenimenti e gli insegnamenti che già possiamo trarre ripensando al mese d’agosto. Speriamo almeno che il mese di settembre non veda l’approfondirsi e l’espandersi delle tensioni sociali che, in diverso modo, hanno toccato già tanti Paesi, dalla Spagna ad Israele, fino ad arrivare alla Gran Bretagna. La mancanza della politica, nelle situazioni difficili, apre sempre spazio all’imprevisto. Ed è ben noto che l’imprevisto è difficile da prevedere.