“L’Opinione” continua a scrivere falsità contro Prodi. Ecco i veri redditi del Professore
Con riferimento quanto pubblicato ieri dal quotidiano L’Opinione (false informazioni relative all’importo dell sua pensione) , Romano Prodi ha tempestivamente inviato una richiesta di smentita al direttore della testata in questione.
Nell’attesa che L’Opinione si decida a rettificare l’articolo di ieri, pubblichiamo qui di seguito un estratto della lettera del Professore
L’ufficio stampa del Presidente Romano Prodi
Bologna, 23 novembre 2010
Caro Direttore,
non è una novità che il Suo giornale si attivi nel tentare di screditare la mia persona. Non ho quindi avuto alcuna sorpresa nel leggere l’articolo del 23 novembre 2010.
Voglio tuttavia precisare che, quando accanto alle opinioni si aggiungono falsità documentate, è necessario procedere ad una smentita.
Lei scrive infatti che percepisco una pensione di 30.000 Euro netti al mese. Vorrei quindi precisare (al centesimo) quelli che sono i miei introiti conseguenti la mia passata attività professionale e politica.
La pensione da Presidente della Commissione Europea è di 5.283,50 Euro lordi al mese. Dopo 35 anni di attività come docente universitario, dato che ho voluto optare per il tempo parziale e che, pur avendo il diritto di rimanere, mi sono dimesso dal ruolo che ritenevo eticamente non compatibile con l’attività politica, percepisco 2.810,99 Euro lordi al mese.
Se vuole aggiungere a questo ammontare pensionistico l’assegno vitalizio da parlamentare (anche se l’assegno vitalizio non è una pensione ma il frutto di un accumulo precedente) si tratta di 1.707,81 Euro lordi al mese.
Il tutto arriva quindi a 9.802,30 Euro lordi al mese, ai quali si deve naturalmente detrarre il pesante ma doveroso pagamento delle imposte.
Le vorrei fare notare che nulla ho ricevuto come liquidazione e nulla ricevo come pensionamento per gli otto anni di Presidenza dell’IRI (erano altri tempi) e nulla, ovviamente, per i quasi 5 anni di Presidenza del Consiglio.
Non capisco perciò perché Lei abbia voluto diffondere cifre grossolanamente false.