Lunare il taglio delle tasse. Investire sul futuro: scuola, ricerca e innovazione
Prodi: “Il Paese ora si svegli lunare il taglio delle tasse”
“Impossibile tagliare le tasse ma la crescita va costruita”
Intervista di Teresa Bartoli a Romano Prodi su Il Mattino del 22 giugno 2011
Il giudizio di Romano Prodi è severo: «Il futuro bisogna costruirlo, non tagliarlo. E oggi non è garantito». Per questo «il Paese ha bisogno di una scossa. Ha bisogno di crescere». E se è vero che «non siamo a rischio Grecia», «il problema è che bisogna fare delle scelte». Quindi «no ai tagli lineari che sono la rinuncia al governo delle cose ma investimento sul futuro. E dunque scuola, ricerca ed innovazione». Sicuramente no al taglio delle tasse: «Chi propone oggi la riforma fiscale viene dalla Luna. A meno che non sia intenzionato a recuperare l’evasione fiscale per reperire risorse, ma non mi sembra questo il caso…».
Ischia. – Romano Prodi è in vacanza ad Ischia con la moglie Flavia: rilascia l’intervista prima di partecipare al dibattito organizzato da Franco Iacono e condotto dal direttore del Mattino Virman Cusenza, durante una serata in cui si discute degli scenari dell’economia, di politica internazionale e inevitabilmente anche delle vicende politiche italiane.
Professor Prodi, allarmi ed avvertimenti si rincorrono. L’Italia è a rischio come la Grecia? L’opposizione chiede al governo una «operazione verità» sui conti, quasi che si sospettino trucchi e deficit nascosti.
«L’Italia ha un’economia più solida rispetto a quella della Grecia. Ma certo, quando il mare è in tempesta, si balla tutti. Però il nostro problema è che non cresciamo. Gli Stati Uniti crescono meno dei paesi emergenti – Cina, India e Brasile – l’Europa cresce meno degli Usa ed in Europa noi cresciamo meno di tutti gli altri. E in ballo il nostro futuro, il futuro nelle prossime generazioni che non è più garantito. Il punto è dare la sveglia al paese e invece stiamo reagendo nel modo sbagliato, quasi fossimo spettatori di quel che accade. Sembra prevalere un senso di paura».
Il governo, o meglio la Lega ed il presidente del Consiglio, puntano alla riforma fiscale per far ripartire l’economia. Può essere la risposta giusta?
«Chi ne parla oggi viene dalla Luna. Il gettito fiscale non può certo diminuire. A meno che non si intenda recuperare l’evasione fiscale, per reperire risorse. Ma non mi sembra questa l’intenzione, Dunque, siamo nel campo delle battute».
Lotta all’evasione: si citano i dati del Mezzogiorno, ma non è quella del Nord ad incidere di più sui conti pubblici?
«L’evasione è sempre evasione. Che pesi di più o di meno, è sempre illegale e un paese non può reggersi sull’illegalità. Il paese ha bisogno di verità e non di storie. L’ho provato sulla mia pelle: Berlusconi promise l’abolizione dell’Ici, ha vinto ma ha rovinato l’Italia. So che chi parla di tasse perde consensi ma servono rigore e disciplina o ci suicidiamo. Ìo sono fuori dalla mischia ma, è ora di dire come stanno le cose, non di raccontare storie».
Dunque ha ragione il ministro dell’Economia a resistere?
«Certo non ha ragione nel pensare a tagli lineari. Ma non voglio fare nomi e cognomi o entrare nella polemica politica quotidiana».
Eppure si annuncia una manovra di tagli. Se fosse al governo, quale formula userebbe? Come coniugherebbe rigore e sviluppo, come darebbe quella sveglia al paese che sollecita?
«Non sono al governo. E non esistono formule magiche. Ma certo i tagli lineari sono la strada sbagliata. Vuol dire, lo ripeto, rinunciare al futuro. So che scegliere non è facile, soprattutto in momenti di crisi. Ma governare è scegliere. Si può tagliare sulla spesa pubblica perché, malgrado i proclami, non solo non è diminuita ma ha camminato come un treno. Bisogna invece investire su innovazione, ricerca e scuola. Come ha fatto anche l’ultraconservatore governo inglese. Il futuro bisogna costruirlo, non tagliarlo».
La partecipazione al referendum indica che il paese, soprattutto i giovani, si sono svegliati?
«In quel voto, più che la risposta ai quesiti, vedo proprio la volontà di esprimersi, di partecipare e influire sulle scelte ed il futuro. Un dato che ha colto di sorpresa tutti, me compreso, che penso sia dovuto proprio alla preoccupazione per il futuro. Le famiglie sentono tutto il peso di una crisi più dura di quel che si pensasse. E drammmatico il dato della riduzione del 30 per cento delle spese dentistiche: un allarme che non ha precedenti nella storia, per la prima volta arretriamo e l’idea i tornare indietro è angosciante».
Con che spirito ha attraversato Napoli invasa ancora di rifiuti?
«Con tanta amarezza. Ricordo cosa mi si diceva tre anni fa: Sembrava fossimo degli incapaci. E oggi la situazione è più grave di allora. E’ un problema molto serio, che può essere risolto solo con la solidarietà e collaborazione di tutti».