Magistratura-Istituzioni a Bologna: strano punire un samaritano che soccorre un ferito
Il caso dell’ acqua? Troverei strano punire il samaritano che aiuta un ferito
Lettera di Romano Prodi a La Repubblica (ed. Bologna) del 10 gennaio 2016
Ho seguito con un certo interesse lo svolgersi dei rapporti fra autorità politica e giudiziaria della nostra città. Poichè non sono professionalmente un giurista, devo confessare che mi sono rimasti parecchi punti di difficile comprensione in entrambi gli episodi che sono oggi all’ attenzione dell’ opinione pubblica.
Mi resta infatti da capire quando la critica (anche se espressa in termini esagerati) ad una presa di posizione diventi diffamazione. Uscendo dal campo penale ed entrando in quello sportivo trovo infatti una certa differenza fra chi urla all’ arbitro di mettere gli occhiali e chi gli grida del venduto.
Quanto al caso dell’ acqua posso dire che troverei strano punire un samaritano che soccorre un ferito, anche se questo si è macchiato di palesi reati.
Pur ripetendo di non conoscere gli appropriati articoli del codice mi chiedo tuttavia se non esistano in questi casi principi superiori ai quali appellarsi, siano essi derivati dal principio della libertà di espressione o siano frutto di uno stato di necessità e di urgenza.
Su tutto ciò non ho una conoscenza sicura. Sono invece certo che nella nostra città, che è stata per tanti secoli la culla del diritto, vi sono numerose persone che possono aiutarci a capire come stanno le cose.
Questa mia lettera vuole proprio auspicare che Repubblica apra un ampio dibattito fra coloro che (essendo docenti di diritto, magistrati, avvocati o in qualsiasi modo esperti) possano fare meglio comprendere all’ opinione pubblica il significato di quanto è avvenuto in questi giorni a Bologna.
Mi rendo conto che ormai si discute poco sul contenuto dei problemi e molto sulle tattiche, ma credo che in questo caso una discussione aperta giovi non solo all’ intera comunità bolognese ma serva anche a chiarire i giusti rapporti fra potere politico e giudiziario, in modo che nessuno prevarichi sull’ altro.