Mi auguro che anche chi ho sconfitto due volte su due capisca che tutto ha una fine

8 maggio 2008

8 maggio 2008

La mia partita è finita. Ora lascino anche altri

Lettera di Romano Prodi al direttore de Il Corriere della Sera del 24 giugno 2013

Caro Direttore,

vorrei rispondere ai tanti riferimenti che, anche sul vostro giornale, sono apparsi riguardo  a mie presunte posizioni  relative alla vita interna del Partito Democratico e al mio possibile sostegno  a questo o quel protagonista.

Ribadisco che ho  definitivamente lasciato la vita politica italiana. Ad essa riconosco di avermi concesso esperienze fondamentali e non poche soddisfazioni personali, che spero abbiano offerto  un positivo contributo al Paese.

Ho affrontato due sfide importanti, battendo un opponente  politico  che ritenevo  e ritengo non idoneo al governo del Paese. Da parte mia ho cercato di portare avanti una  cultura politica  moderna e solidale  di cui l’Italia ha molto bisogno. Una battaglia non solo politica, ma etica e culturale.

Credo che questi stessi obiettivi abbiano oggi bisogno di nuovi interpreti anche se, nel corso dei due periodi del governo da me presieduto, ci si è ad essi avvicinati senza danneggiare, ma anzi migliorando sensibilmente il prestigio internazionale e la situazione debitoria del Paese.

Le aggiungo che riguardo al PD conservo non solo un senso di gratitudine, ma anche numerose e salde amicizie.

Tuttavia in politica, come nello sport e forse in ogni attività, è preferibile scegliere il momento in cui finire il proprio lavoro, prima che questo momento venga deciso da altri o da eventi esterni.

Questi sono anche i motivi per cui senza polemiche ho tralasciato di ritirare  la tessera del PD, il cui rinnovamento e rafforzamento sono tuttavia essenziali al futuro della nostra democrazia.

Al vostro cortese giornalista che mi chiedeva se parteggiassi per l’uno o per l’altro dei potenziali candidati al congresso  ho risposto semplicemente “my game is over” che, tradotto in italiano,  significa che la  mia gara è finita.

Una gara riguardo alla quale posso elencare tante sfide vittoriose, tra le quali non mi fa certo dispiacere ricordare le due elezioni politiche nazionali del 1996 e del 2006.

Riflettendo su tutto ciò voglio infine augurarmi che, anche chi è stato sconfitto nei due confronti diretti, possa meditare sul fatto che non dovrebbe essere solo la mia gara ad avere una fine.

Ora la saluto, perché sto partendo per New York  dove dovrò discutere di fronte al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite i progetti per lo sviluppo del Sahel.

Perché, come Lei sa, gli esami non finiscono mai.

Molto cordialmente

Romano Prodi

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Dati dell'intervento

Data
Categoria
giugno 24, 2013
Articoli, Italia