PD e 5 Stelle formino un governo che eviti la vera anomalia italiana
Rischi oltre Biarritz: l’Italia debole alla ricerca di un governo per difendersi
Articolo di Romano Prodi su Il Messaggero del 25 agosto 2019
È giusto occuparsi soprattutto della crisi italiana ma è doveroso, come ha ammonito il Presidente della Repubblica, analizzare le evoluzioni della nostra politica nel quadro più ampio di una situazione internazionale in continua evoluzione e sprovvista di un filo conduttore.
È del tutto significativo, a questo proposito, che il G7 in corso a Biarritz sotto Presidenza francese, abbia trovato un accordo solo nella decisione di sopprimere il comunicato finale. Il che certifica la definitiva trasformazione del G7 da autorevole sede politica a semplice occasione di conversazione. Indubbiamente importante perché il passare insieme un paio di giorni da parte dei leader di alcuni tra i più importanti paesi del mondo (un tempo si sarebbe detto di tutti i più importanti paesi del mondo) non è certo un esercizio inutile, anche se le differenze tra i protagonisti impediscono di affrontare le concrete strategie politiche che un tempo erano l’oggetto di questo così osannato incontro.
Il quadro internazionale in cui si svolge questo G7 è inoltre in rapido peggioramento. L’economia è in perdita di velocità in tutti i sette paesi che stanno attorno al tavolo e soprattutto la Germania continua ad avere prestazioni inferiori alle pur pessimistiche aspettative.
A questo si aggiunge una progressiva sofferenza dell’economia britannica per effetto di una Brexit che, dopo gli incontri del primo ministro Boris Johnson con la Cancelliera Merkel e il Presidente Macron, sembra sempre di più orientarsi verso un’uscita senza un sostanziale accordo. Il disorientamento è ulteriormente aumentato per effetto dell’attivismo del Presidente francese che, proprio per assicurare un maggiore successo al G7, aveva ricevuto con voluta solennità il Presidente Putin, stringendo un’inusitata alleanza con Trump, volta a riammettere la Russia nell’ambito del G7, da cui la Russia stessa era stata espulsa in conseguenza dell’annessione della Crimea e dell’aumento delle tensioni in Ucraina.
Un po’ perché l’iperattivismo francese non è piaciuto a molti membri dell’Unione Europea, un po’ perché il problema non è stato sufficientemente discusso, la proposta non è stata accolta da Bruxelles, riducendo quindi ulteriormente la possibilità che a Biarritz possano essere prese decisioni concrete di un certo peso. È certamente importante che tra i G7 si sia messo all’ordine del giorno un problema di così grande rilevanza come la conservazione della foresta amazzonica ma questo non comporta la messa in atto di concrete decisioni in materia, salvo la volontà espressa dalla Francia di non ratificare il trattato commerciale fra l’Unione Europea e il Brasile, anche se la spinta per una decisione di questo tipo deriva più dall’opposizione al trattato stesso da parte di un cospicuo settore degli agricoltori francesi che non dalla concreta ipotesi che la mancata ratifica del trattato possa fare cambiare le decisioni del governo brasiliano.
Non dobbiamo naturalmente stupirci se in questo frenetico ritmo di attività internazionali l’Italia non sia nemmeno nominata. Già da tempo le debolezze interne e le contraddizioni della nostra politica estera ci hanno resi marginali ma il fatto che il nostro Presidente del Consiglio si sia presentato al G7 come dimissionario rende ora il nostro ruolo trascurabile.
In un contesto come questo una crisi di governo provoca solitamente un allarme in tutti i commentatori internazionali e un attacco da parte della speculazione finanziaria, con la conseguenza di un immediato aumento dello spread. Niente di tutto questo è avvenuto nel caso italiano.
I “soloni” che abitualmente bastonano il nostro paese si sono invece chiesti come mai la crisi non sia arrivata prima e hanno espresso l’auspicio che si possa creare una nuova alleanza di governo in grado di aprire finalmente un dialogo costruttivo con l’Unione Europea e di cancellare un appuntamento elettorale che destabilizzerebbe il paese in un momento nel quale è necessario preparare decisioni politiche e una legge finanziaria capaci di metterci in linea con gli altri partner europei. Il nostro spread è invece diminuito e le azioni delle banche sono risalite, con un’ inversione solo venerdì scorso, quando un durissimo scambio di dichiarazioni fra Stati Uniti e Cina ha ulteriormente aumentato le prospettive di una crisi dell’economia mondiale.
I nostri partner si attendono quindi dall’Italia la formazione di un governo che eviti la vera anomalia italiana, che è la rottura con l’Europa. Il voto dei 5Stelle in favore di Ursula von der Leyen ha di fatto aperto la crisi ma ha, nello stesso tempo, suggerito l’ipotesi di una soluzione. C’è da sperare che i responsabili del PD e 5Stelle ne prendano atto e facciano prevalere gli interessi generali e le prospettive del futuro sulle divisioni del passato.