Un privilegio lavorare con Ciampi: obiettivi chiari, cifre precise e tempi ferrei
Quei suoi foglietti e la forza delle cifre
Articolo di Romano Prodi su Il Sole 24 Ore del 17 settembre 2016
Lavorare con Carlo Azeglio Ciampi è stato per me un vero privilegio, un’ esperienza umana prima che professionale, di quelle che restano per la vita. Abbiamo lavorato assieme quando bisognava mettere insieme obiettivi chiari, cifre precise e tempi ferrei e prestabiliti di realizzazione.
Non era certo facile: si “impiegavano” ore e ore a lavorare sui fogliettini che portava con sé e che estraeva dalle tasche quando aveva bisogno di riscontrare una cifra o una percentuale. Erano numeri frutto di intensi confronti che Ciampi faceva al Tesoro con la sua squadra. Non c’ è dubbio: era rimasto molto del metodo usato in Banca d’ Italia. Così preparavamo a Palazzo Chigi le riunioni dei Consigli dei ministri che, forti di una elaborazione così approfondita si trasformavano in una esposizione dettagliata e sempre molto autorevole e credibile.
In sede tecnica c’ era lo spazio per qualche dettaglio chiesto dai ministri competenti, ma l’ impianto era inattaccabile e, diciamo la verità, il confronto in Consiglio dei ministri diventava un dialogo tra chi spiegava e chi chiedeva qualche approfondimento senza avventurarsi in un vero e proprio confronto tanto meno in uno scontro.
Mi ha sempre fatto sorridere la critica di chi attaccava Ciampi perché era un banchiere. A parte che esistono sempre banchieri e banchieri, ma soprattutto mi faceva sorridere perché Ciampi era tutto tranne che banchiere soprattutto nell’ accezione negativa che a questo termine danno i detrattori.
Ciampi faceva sintesi politica con i suoi collaboratori potendo contare su un approfondimento tecnico notevole. In Consiglio dei ministri capitava anche di discutere molto a lungo per entrare nei particolari. E capitava anche che Ciampi tenesse alla sua sinistra i celebri bigliettini in cui segnava le cifre e che ogni tanto desse un’ occhiata per rassicurarsi di aver detto il numero giusto. Ha insegnato a tutti noi che per decidere bisogna conoscere, approfondire, meditare e poi anche discutere.
Sono ancora tanti purtroppo ad avere bisogno di fare tesoro di quella lezione.