Il Giornale non superi il ridicolo: Prodi non sponsorizza nessuno alle primarie e non prepara corse al Quirinale
Prodi: portavoce al ‘Giornale’, inventiva oltre il limite e’ ridicola
Il Professore non sponsorizza nessuno alle primarie e non sta preparando corse al Quirinale
(ASCA) – Roma, 25 set – ”Anche all’inventiva giornalistica dovrebbe essere posto un limite: non superare il ridicolo.
E’ l’auspicio di oggi, al termine della lettura sul Giornale dell’articolo di Laura Cesaretti in tema di primarie, ruolo di Prodi, sue relazioni con esponenti del Pd e Quirinale”.
Lo afferma una lunga e articolata nota della portavoce di Romano Prodi, Sandra Zampa, che puntualizza la posizione politica del Professore sul Pd, sulle primarie e piu’ in generale sui futuri scenari politici e istituzionali.
”Voglio prima di tutto sottolineare -dice la nota- che vale per Ernesto Carbone (che e’ stato e non e’ piu’ da tempo un collaboratore del Presidente), come per tutti coloro che hanno avuto o hanno relazioni con il Presidente Prodi, la regola secondo cui l’opzione a favore di questo o quel candidato alle primarie non riguarda in alcun modo il Presidente e, di conseguenza non ne segnala la vicinanza o lontananza, simpatia o antipatia. Nulla. Zero”.
”Cio’ che ha caratterizzato il ‘prodismo’ e’ stato, tra l’altro, il fermo rifiuto di dar vita a correnti cristalizzate come semplici espressioni di potere, di gente che si conta per contare.
Il Presidente Prodi -sottolinea la nota- votera’ alle primarie come ha sempre fatto e, esattamente come ha sempre fatto, non dira’ per chi ha votato. Le ragioni sono intuibili per chiunque sia in buona fede.
Quanto alla questione del ritorno al proporzionale e a un legame con una presunta aspirazione del Presidente Prodi a salire al Quirinale, qui davvero si supera il ridicolo e si raggiunge il grottesco: l’intera storia politica di Prodi, la sua stessa discesa in pista sono avvenute in nome di un disegno che ambiva a cambiare il sistema politico di questo Paese: la legge elettorale e il bipolarismo (che hanno un nesso imprescindibile tra loro) erano gli assi portanti di quel disegno rimasto incompiuto e oggi a rischio di completa cancellazione.
Mi pare difficile sostenere che alla fine degli anni ’90, quando venne messo a dimora l’Ulivo, Prodi tramasse gia’ per salire al Quirinale.
Il Presidente si batte ancora per quel disegno perche’ ha a cuore il destino del suo Paese: preferirebbe una soluzione che ci avvicini alla Francia piuttosto che alla Grecia.
Si comprende la frustrazione del Giornale nel dover prendere atto che, a differenza di esponenti del centro destra, il Presidente Prodi non ricatta e non e’ ricattabile.
Ha scelto di stare fuori dall’agone politico e non ha interessi personali diretti o indiretti da tutelare. Viaggia per il mondo, studia, incontra leader e gente comune, tiene conferenze e anche cosi’ si e’ messo al servizio del proprio Paese contribuendo a tutelarne l’immagine all’estero nei giorni della devastazione berlusconiana”.
25 Settembre 2012 – 15:20 com-min