La politica non può limitarsi all’ordinaria amministrazione. Francia e Italia collaborino per realizzare una vera identità europea
Discorso del Presidente Romano Prodi in occasione del conferimento della massima onoreficienza francese: la “Gran Croce della Legion D’Onore” da parte di M. Alain Le Roy, ambasciatore francese in Italia.
Ambasciata di Francia – Roma, 13 febbraio 2014
Signor Ambasciatore, Cari amici
è con grande orgoglio e commozione che oggi ricevo questa onorificenza che la Repubblica Francese ha voluto riconoscermi. Ringrazio di questo il presidente Hollande e Lei ambasciatore che ha accolto con tanto calore me, i miei famigliari e i miei amici in questo palazzo che, personalmente, considero il più bello del mondo.
Se penso a tutto quello che la Francia ha rappresentato, e tuttora rappresenta per me, non posso che unire l’immagine di Parigi a quella di Roma e Bruxelles. Questo poiché, da europeista convinto che si è trovato a servire tanto il proprio paese che l’Unione Europea, ho sempre immaginato la Francia come la punta di diamante di una costruzione comune che deve ritornare ad essere protagonista della politica mondiale.
Il disegno europeo si fonda su forti motivazioni politiche, economiche e culturali. Solo all’interno di esso si può decidere il destino di Francia e Italia. Un destino che si fonda su un’identità comune.
Si nous pensons à la France et à l’Italie, il y a eu, au fil du temps, d’innombrables occasions où les élites nationales ont mis en oeuvre un processus de construction du soi collectif, c’est à dire d’un «nous» qui a caractérisé une communauté.
C’est le pas premier et fondamental vers la création d’une communauté politique aussi cohérente que possible. Les grands leaders qui ont pris en main la France et l’Italie dans l’après-guerre n’ont fait autre chose que renforcer un certain ensemble de valeurs, et rassembler une nation autour d’eux. Et ce n’est pas un hasard si justement de France et d’Italie sont venues de puissantes impulsions à la création du processus communautaire, sous les auspices de grands leaders et de grands penseurs qui, tout d’abord, se sont attelés à penser l’Europe et après à la renforcer.
C’est le cas de Robert Schuman et d’Alcide De Gasperi puis de François Mitterrand, Jacques Delors et Altiero Spinelli, Ce qui manque aujourd’hui à l’Europe politique, et je dis cela avec un profond regret, ce sont précisément la vision et le courage, en d’autres termes le leadership, et plus encore la curiosité mutuelle, cette conscience de ce que nous pouvons faire et accomplir ensemble qui, par contre, avait si longtemps marqué nos relations.
Premièrement, nous n’arrivons pas à expliquer ce qu’est l’Europe, trop occupés que nous sommes à mettre l’accent sur ce qui nous sépare par rapport à ce qui nous unit. Nous avons peu de dirigeants politiques décidés à prendre des risques, à défier l’opinion publique pour poursuivre un but, celui de l’intégration européenne, trop longtemps rêvé pour pouvoir être oublié, comme si de rien n’était.
Voilà où la France et l’Italie peuvent trouver un terrain fertile pour la coopération : dans la construction, étape par étape, d’un sentiment européen commun.
À mon avis, il est nécessaire de travailler dans deux directions: à renforcer l’engagement envers l’identité européenne, et à lutter contre ces forces qui cherchent à casser et à briser là où, par contre, on avait laborieusement atteint un point d’entente.
En effet, grande est la tradition européiste de la France et de l’Italie.
Un engagement qui ne serait pas en première ligne dans la défense des institutions et de leur fonctionnement serait inconcevable, pour la simple raison que c’est dans l’Europe que les deux pays peuvent s’épanouir complètement.
Chi, se non Francia e Italia, ha il dovere di lavorare per migliorare la gracile identità europea che la crisi economica ha messo a dura prova?
Vediamo già troppi esempi di mancata lungimiranza, di assenza di progettualità, di incapacità di ragionare con cuore europeo, prima ancora che con la mente. Specialmente in un’ epoca in cui chi potrebbe esercitare la leadership non lo fa, o lo fa in maniera riluttante e discontinua.
E dalla crisi economica europea non vedo oggi una via di uscita se non in un’azione comune che, guidata da Francia e Italia, proponga a tutti i paesi membri dell’Unione una politica economica di sviluppo e di occupazione.
Proponga e imponga una alternativa credibile ad una politica europea che emargina proprio le giovani generazioni per le quali abbiamo costruito l’Europa.
Francia e Italia hanno non solo la possibilità, ma il dovere di lavorare insieme. È solo da una collaborazione fra Parigi e Roma che può arrivare una risposta alla domanda di futuro che tutti abbiamo dentro di noi. Come possiamo deludere una intera generazione di giovani europei che pensano a loro stessi come a cittadini di un continente? Che sono abituati a viaggiare, studiare e lavorare senza frontiere?
Nos deux pays doivent étre le moteur d’une nouvelle politique européenne, qui montre un visage commun en abordant les affaires internationales. L’Europe se fera vraiment quand nous nous présenterons au monde en tant qu’Europe. Ceci, bien sur, ne sera possible que si, derrière, on aura bàti une identité collective commune, parce que dans le cas contraire il s’agira toujours d’un géant aux pieds d’argile.
C’est l’actualité impitoyable qui nous impose cette réflexion, il suffit de songer à ce qui se passe à Kiev ou dans tous les lieux où les droits sont en danger, et où notre voix ne réussit pas à arriver comme il faudrait.
Il ruolo di una politica di collaborazione tra Francia e Italia è, anche sotto questo aspetto essenziale. Permettetemi, a questo punto, un ricordo personale.
Quando è scoppiata una tragica crisi sociale e politica in Albania e quando il Libano sembrava dissolversi in una tensione senza rimedio, solo la collaborazione tra Francia e Italia ha potuto risolvere due tragedie che potevano sconvolgere il Mediterraneo.
In entrambi i casi abbiamo agito insieme con rapidità ed efficenza, ma soprattutto con la condivisa fiducia che il nostro esempio sarebbe stato seguito da tutti gli altri paesi europei.
E tutti ci hanno seguito. Da allora l’Albania ha cominciato il cammino verso il progresso e la democrazia e il Libano trova nella regione da noi custodita l’unico punto di stabilità.
Il fatto che in Francia e Italia vi fossero governi di colore diverso non ha nemmeno sfiorato le nostre menti. Non erano due governi ma due popoli che operavano insieme per un grande obiettivo condiviso.
Nous avons une grande histoire derrière nous en tant qu’États-nations, mais nous ne pouvons pas nous permettre le luxe de trop feuilleter l’album des souvenirs.
Les racines d’un arbre sont essentielles, mais si nous nous arretons à cela l’arbre meurt. C’est aux feuilles nouvelles que nous devons regarder.
Solo se saremo in grado di pensarci europei, potremo agire da europei. Il compito di invertire una rotta che negli ultimi tempi ci sta trascinando verso una pericolosa deriva spetta a noi. All’Italia, che deve recuperare lo spirito di tanti anni fa, e alla Francia, che proprio tramite l’Europa, può guidare un processo di cambiamento degno del suo rango.
Si tratta di una sfida difficile, non c’è dubbio… Ma la politica non può limitarsi all’ordinaria amministrazione. Deve riuscire a vedere strade dove non ce ne sono e deve costruire idee e valori tali da dare sostanza ai nostri obiettivi. Realizzare una vera e propria identità europea è quanto di più complesso possa esserci, ma non riesco a immaginare nulla di più importante per la nostra generazione.
Merci.