Una scissione terribile tra chi sa tutto delle teorie economiche ma poi non sa cos’è il mondo
Il futuro dell’Europa? Parte dagli eurobond
Prodi e Quadrio Curzio d’accordo sulla ricetta anticrisi «Prima però bisogna tranquillizzare la Germania»
Articolo di Diego Motta su Avvenire del 25 settembre 2012
E’ necessario accelerare sugli eurobond per uscire dalla crisi. E’ questo il messaggio lanciato ieri da un gruppo di economisti riunitosi in Università Cattolica, in occasione della presentazione di un volume di studi dedicato ad Alberto Quadrio Curzio. Insieme al professore emerito di Economia politica dell’ateneo di Largo Gemelli, c’erano tra gli altri l’ex presidente del Consiglio Romano Prodi e il ministro per i Beni e le Attività culturali Lorenzo Ornaghi.
E’ toccato a Luigi Pasinetti, a lungo docente all’Università di Cambridge, aprire il dibattito ricordando che “dietro allo spread di cui tanto si parlato oggi, c’è la radice, spesso dimenticata, dei modelli economici di una società industriale”. Non solo finanza, dunque, ma anche processi produttivi, sviluppo dei distretti territoriali, lavoro.
“Non c’e’ solo il problema concreto dell’emissione di obbligazioni europee- ha continuato Pasinetti -. C’è una necessità oggettiva di arrivare agli Euro Union Bond, che in questi anni ha unito ricercatori come Quadrio Curzio e lo stesso Prodi”. E’ uno schema alternativo a quello dominante, che i due economisti hanno lanciato tempo fa pubblicamente, presentando le diverse proposte allo studio (quattro in tutto) e schierandosi chiaramente per la creazione di un Fondo finanziario europeo che emetta euro titoli. La dotazione complessiva sarebbe di mille miliardi di capitale versato, con emissioni fino a tre volte tanto.
Il vantaggio sarebbe evidente, soprattutto nella stabilizzazione dei tassi di interesse ma prima occorre, ha ricordato Prodi, “tranquillizzare i tedeschi”, che vedono col fumo negli occhi una possibile condivisione del debito pubblico con paesi poco virtuosi. La soluzione non può essere che politica: mutualizzazione del debito, in cambio di una cessione di sovranità. E’ quanto sta succedendo con la Grecia, di fatto “commissariata” da Bruxelles, è quanto potrebbe accadere in altri Paesi.
Il punto è trovare una mediazione “alta” tra esigenze diverse, in grado di disegnare un futuro di stabilità per tutta l’Eurozona. Resta poi da affrontare, ha spiegato il professore, “il problema drammatico della crescita, in un periodo in cui stiamo assistendo invece alla nascita della scuola strana della decrescita”.
In questo senso, il lavoro degli economisti è prezioso. “C’è una scissione terribile tra chi sa tutto delle teorie economiche ma poi non sa cos’è il mondo. Invece è determinante, oggi come ieri, saper intrecciare i fondamenti economici di base con le applicazioni pratiche della nostra vita. Serve quel lavoro di sintesi che, nella sua attività di accademico, Quadrio Curzio ha saputo fare perfettamente” ha osservato prodi.
Il riferimento comune è quello dell’economia sociale di mercato, un modello citato nel suo saluto dal ministro Ornaghi, che ha ricordato “il lavoro comune sui costi della politica, l’analisi delle questioni economiche in una prospettiva storia e più in generale la relazione tra i processi politici e i processi storici”.