E’ stata umiliata l’Europa
Lo sconforto di Prodi: tutti sconfitti «L’Europa non sarà più la stessa»
«Berlino è l’unico comandante in capo. E non fa l’interesse comune»
Intervista di Davide Nitrosi a Romano Prodi su Quotidiano Nazionale del 14 luglio 2015
Bologna – Presidente Prodi, Paul Krugman ha scritto che l’accordo sulla Grecia è stato il colpo fatale per il progetto europeo. E’ d’accordo?
«Non c’è nulla di fatale, ma è sicuramente un colpo bruttissimo. C’è un vincitore e un vinto. Netto, chiaro, preciso».
L’Europa ha perso?
«La visione comunitaria è stata umiliata dalla visione nazionale».
E la Grecia?
«Tsipras ha giocato male, ha pensato di reggere da solo una sfida che era al di sopra dei propri mezzi, ma ha ceduto ad un compromesso che va molto al di là di quelle che erano le pretese della Commissione prima del referendum. Per la Grecia è una sconfitta su tutta la linea. E gli sono stati imposti tempi forzati per l’approvazione in Parlamento….».
L’Europa ha imposto persino un Fondo di garanzia per gli asset patrimoniali alla Grecia.
«E’ l’atto di maggiore sfiducia che si potesse immaginare. Significa: in ogni caso noi non ci fidiamo di voi».
Una Waterloo…
«La Grecia ha perso, ma attenzione, è una sconfitta anche per l’Europa. Difficile che possa tornare ad essere la stessa di prima. Non ci è stata mediazione da parte della Commissione. L’esito finale dell’accordo è andato ben al di là della richiesta della Commissione».
Al posto della Commissione si è notato l’attivismo di Parigi.
«La mediazione francese è stata un momento strumentale per convincere la Grecia a firmare come se ci fosse l’intervento di un terzo che permettesse di considerare il contenuto dell’accordo come un arbitrato
e non come un’imposizione».
Hollande ha inviato i suoi tecnici finanziari ad Atene: un esproprio dell’autonomia del governo Tsipras?
«Tutto è l’atto di esproprio di un governo: le 48 ore e le conseguenze. Non è certo fuori da ogni ipotesi che in Grecia si vada ad un governo tecnico o alle elezioni. C’è un’interferenza diretta sulle istituzioni di un paese».
Un altro aspetto che dimostra come sia cambiata l’Europa?
«Non c’è più equilibrio in questa Europa, non c’è la possibilità di mediazione delle istituzioni. E se sono mancate in questo caso, mancheranno anche in futuro».
L’Eurogruppo ha assunto il ruolo di governo federale?
«Fosse almeno federale. L’Eurogruppo ha obbedito alla linea tedesca in modo letterale, è un cambiamento della prassi molto forte».
Varoufakis: ha definito l’Eurogruppo “un’orchestra diretta da Schauble”…
«Un’orchestra da Camera… Dieci anni fa l’Europa era un’unione di minoranze, con tanti paesi che componevano insieme la loro volontà unitaria. Adesso c’è un comandante in capo».
Colpa di Berlino?
«Come dico sempre: non per i vizi della Germania ma per le sue virtù e per i difetti altrui. La Gran Bretagna, indicendo il referendum, si è chiamata fuori; la Francia si è sistematicamente indebolita. Ormai c’è un’Europa fatta a piramide».
Berlino è in grado di comandare?
«Nel caso Grecia, ha dimostrato di non sapere gestire la sua forza per il bene di tutti».
E l’Italia? Un ruolo marginale?
«Leggendo le agenzie internazionali, non ci sono stati altri ruoli in questa vicenda».
Per non parlare delle grandi famiglie politiche europee…
«Alt. Non sono esistite. Nessuno dei grandi partiti europei ha ricordato le proprie origini. Non l’origine solidaristica che stava alla base del partito popolare, non la difesa degli interessi dei più deboli che stava alla base del partito socialista. Si sono accodati alla politica del proprio paese».
Che succederà quando si dovrà decidere sul debito dell’Italia o sul rapporto deficit/pil della Francia?
«Non c’è nessuna forza sovranazionale, non c’è un’Europa politica. La metodologia usata nel caso greco sarà quella dominante finché non cambieranno le cose».
Devono cambiare i leader?
«Credo che servirà una lezione della storia purtroppo».
Che cosa significa?
«Vi saranno altri casi in cui si dimostrerà che i singoli paesi lasciati soli non saranno in grado di affrontare le sfide dei grandi protagonisti della storia, ovvero gli Stati Uniti e la Cina. Ho paura che l’Europa potrà riprendersi solo quando avrà la coscienza di sentirsi umiliata».
Pensa all’Ucraina?
«Penso all’Ucraina, ma anche alla sfida delle grandi tecnologie. Quando non avremo più reti in nostro possesso, quando sarà tutto americano o cinese, quando dovremo chiedere il permesso all’America o alla Cina per qualsiasi cosa. Allora l’Europa si sveglierà».
Lei si ricorda com’era Schauble quando stava al fianco di Kohl?
«Schauble ha avuto una fase di grande europeismo, poi lui è cambiato ed è cambiata la Germania. Anche Kohl mi diceva sempre di fare i compiti a casa, però lui ci lasciava la matita e il foglio. La Germania di oggi dice di fare i compiti a casa ma con una politica economica durissima e l’austerità non ti lascia né matita né fogli».
Qui il programma elettorale di Syriza del settembre 2014
Qui la proposta UE sottoposta al referendum del 5 luglio
Qui la controproposta di Tsipras del 9 luglio
Qui l’accordo finale raggiunto dal’Eurosummit il 12 luglio