Ha ragione Mandela: «l’educazione è l’arma più potente per cambiare il mondo»
Prodi: “Un grande esempio che l’Africa non segue”
Intervista di Luciano Scalettari a Romano Prodi su Famiglia Cristiana del 12 dicembre 2013
«L’ultima volta che l’ho incontrato era in occasione della sua ultima apparizione pubblica: i mondiali di calcio in Sudafrica, nel 2010. Nonostante l’età emanava energia, ottimismo, vedeva in quell’evento la festa dell’Africa intera. Era un uomo di grande eleganza e fascino, e con un’espressività enorme». È il ricordo personale di Romano Prodi, inviato speciale del Segretario dell’Onu per il Sahel. Ma Prodi negli ultimi anni ha conosciuto anche la complessità del continente africano, di cui ormai si occupa a tempo pieno.
Cosa lascia Mandela all’Africa?
«Un grande esempio, ma ben poco seguito. L’Africa è piena di contraddizioni. Le democrazie sono in crescita. Ma si tratta davvero di un cammino lento. Il suo esempio luminoso non ha ancora cambiato il volto dell’Africa».
«Il Paese ha una politica preoccupante. L’African national congress è preda di dure lotte interne. C’è molta corruzione e tensioni molto forti. Il patrimonio politico e morale di Mandela deve ancora “essere ereditato”.
Qual è stato il segreto di quest’uomo?
«Il perdono. Senza cambiare linea politica, ma con un’incredibile capacità di riconciliare: il suo filo rosso è stato fedeltà e fermezza sui principi, ma con grande capacità di comprensione».
Vale anche al di fuori dell’Africa?
«Vale per il mondo intero. La lezione da trarre è che occorre capire gli avvenimenti, ma non farne uno strumento per riprodurre le tensioni».
Perché l’Africa ha avuto un solo Mandela?
«La leadership è il più grande problema del Continente. Diversi suoi uomini politici vivono il potere come privo di limiti, come se lo Stato fosse una proprietà personale, un “diritto acquisito” familiare o etnico. L’Africa ha bisogno di formare classe dirigente. Ha ragione Mandela quando dice che “l’educazione è l’arma più potente per cambiare il mondo”».