Il PD non si illuda di fare da solo: rischia una Quercia senza cespugli

Romano Prodi: “Dal voto parte la riscossa
I dem devono aprirsi di più”
L’ex premier: «Alle elezioni hanno vinto due candidati non faziosi. Il rischio è quello di avere una Quercia addirittura senza cespugli»

Intervista di Fabio Martini a Romano Prodi su La Stampa del 20 novembre 2024

Da quando l’Italia è governata dalla destra di Giorgia Meloni, è la prima volta che Romano Prodi scorge nella vittoria del Campo largo in due Regioni i sintomi di una vera riscossa, non soltanto declamata e retorica: “Si, in Emilia-Romagna e in Umbria hanno vinto due bei candidati, con personalità non faziose, aperte. E’ un Pd che vince, allargandosi, che tiene conto delle diverse componenti della società. Queste elezioni ci dicono che c’è finalmente la possibilità di una riscossa, ma ora si tratta di dotarsi di programmi riformatori, che aprano l’alleanza, che siano capaci di parlare ad una vasta opinione pubblica e anche ad una parte dell’elettorato moderato, senza il quale non si vincerà”. Romano Prodi è fatto così: tifa per il centro-sinistra, i vari leader gli chiedono consiglio, ma lui continua a pungolare la sua parte, ricaricando lo stesso refrain: serve una cultura di governo, una sinistra tosta ma capace di stare dentro – e non sopra – la società.

Nel Pd si è espressa grande commozione per queste due vittorie, ma emiliani-romagnoli e umbri, oramai da 78 anni, votano ininterrottamente a sinistra con significative ma temporanee eccezioni: si è fermata una possibile erosione delle roccaforti o è iniziata la rimonta nazionale?

“Dipende dalle lezioni che si traggono da queste elezioni. E’ dimostrato che le ali della coalizione sono molto deboli e il Pd è diventato guida determinante della coalizione. Ora il punto è questo: i dem sapranno coinvolgere la società italiana in un dialogo di ampio respiro? La critica alle proposte governative è giusta ma non basta: servono proposte di riforme attive in diversi campi”.

La sanità pubblica, grazie al Pd, ha scalato l’agenda politica ma chiedere soltanto più soldi non è un esercizio demagogico se non è accompagnato da proposte (anche scomode) sulla revisione di tanti sprechi?

“La battaglia sul finanziamento della sanità è giusta e doverosa, ma certo le opposizioni dovranno dire anche come la pensano, per esempio, sui medici di famiglia, o su cosa si vuole fare del modello organizzativo. Nel 1978, quando fu approvata la fondamentale riforma sanitaria, io ero giovane ministro di quel governo. Ma appunto: era il 1978 e dunque oggi serve una nuova grande proposta di riforma che aggiorni e rafforzi la sanità pubblica. E lo stesso approccio vale per l’immigrazione. Da tempo penso che l’orientamento dell’opinione pubblica sarebbe cambiato e questo sta già accadendo: la ricerca di emigrati si sta facendo disperata per gli infermieri, per l’assistenza agli inabili, per la raccolta di prodotti agricoli, per le fonderie. Lo vogliamo fare un Piano per l’immigrazione? Con le scuole di lingua, con la cittadinanza riconosciuta dopo un “curriculum” scolastico. A questo punto il Pd ha la grande responsabilità di proporre politiche attive, anche perché il governo sta dimostrando di avere risposte solo conservatrici, di chiusura e spesso anche repressive“.

E’ logico che la somma di 6 forze è meglio di 4 ma è altrettanto vero che il centro-sinistra ha già vinto quasi ovunque senza l’appoggio dei 5 Stelle: in grandi città e in grandi Regioni, persino in Emilia-Romagna cinque anni fa. La somma serve, aiuta ma da sola non basta?

“Ne sono convinto. Il problema è dotarsi di programmi che aprano l’alleanza, che siano capaci di parlare a diverse parti di elettorato. Il Paese è stanco e serve una politica di ferma mitezza. Il nuovo presidente dell’Emilia-Romagna, Michele De Pascale, è una persona mite che però ha saputo prendere decisioni coraggiose in un momento delicato: chiese alle cooperative di allagare i propri campi pur di salvare Ravenna. La gente guarda ai fatti, non alle parole”.

Le politiche radicali di Trump produrranno un effetto imitativo sulle destre europee: per il centro-sinistra la tentazione sarà quella di inseguire la destra, urlando ancora più forte. Ma in una rissa permanente non vince chi è più allenato?

“Non me lo auguro, ma dipende. Prendiamo Bibbiano: il Pd vince da solo col 53%: quando si fanno le campagne aggressive non fondate su cose serie, ma soltanto per demolire le persone, la gente se ne accorge”

Nella prima Repubblica il Pci dominava nell’opposizione ma non andava mai al governo, poi venne la Quercia che faticò ad imparare quella lezione: oggi il Pd sembra dominante…

“Il rischio è quello di avere una Quercia addirittura senza cespugli, ma solo circondata dall’erba! Credo non debba mai venire la tentazione di vincere in solitudine, perché questo non sarebbe possibile. Un singolo partito non può essere sufficiente perché avere parlamentari cooptati dall’alto spinge all’omogeneità, non aiuta le diverse correnti di pensiero. Questa doppia vittoria è bellissima, purché non spinga nella direzione sbagliata, quella di pensare che basta il solo Pd per vincere”.

Sulle vicepresidenze della Commissione europea si dimentica che negli ultimi 25 anni all’Italia è sempre stato riconosciuto un ruolo: a lei la Presidenza, sempre un vice italiano, tranne Gentiloni che ha avuto un portafoglio pesante. Ha un senso una battaglia contro Fitto vicepresidente?

“Non ha alcun senso, non c’è ragione per bocciare Fitto, che è stato designato dal governo italiano, ma diciamo pure che Meloni invece di fare una battaglia sulle cose che contano – una delega pesante – si è impuntata sulla vice-presidenza, che ha un significato politico ma non conta nulla. Lo sa che io non mi ricordo il nome dei miei vicepresidenti?”.

Il Pse, trascinato da diatribe personali, potrebbe mandare a monte la maggioranza europea di centro-sinistra, ma con l’ondata trumpiana in arrivo, non sarebbe un suicidio assistito da poca intelligenza politica?

“Premesso che anche Von der Leyen è stato incauta, questa diatriba comporta un rischio enorme: che le forze di centro-sinistra finiscano per favorire la possibilità che l’Europa sia annientata politicamente da un Presidente americano che ha già detto che tratterà con ogni Paese, puntando a dividere l’Europa. Salviamo questa maggioranza che si fonda sull’accordo fra democristiani e socialisti almeno in funzione difensiva. Salviamola”.

 

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Dati dell'intervento

Data
Categoria
novembre 20, 2024
Interviste