Isabella Seragnoli esempio unico: adotta modelli aziendali per fare del bene
Un caso unico in Italia, spero che altre imprese seguano l’esempio
La Seragnoli non offre denaro ma applica metodi aziendali per fare del bene
Intervista di Luciano Nigro a Romano Prodi su La Repubblica, Ed. di Bologna, del 14 giugno 2015
«In Italia quella di Isabella Seragnoli è un’esperienza rara. Ecco perché ha avuto un applauso così forte e convinto». Romano era tra quelli che battevano le manì ìn Santa Lucia ieri. Con la moglie Flavia, con Landini, Montezemolo, Salvatores … ».
Cos’è che rende unico il caso Seragnoli, Professore?
«Non tanto e non solo le cose importanti che ha detto. Ma il fatto che le traduce in azioni forti, la partecipazione di un imprenditore alla vita della comunità».
La Seragnoli chiama “filantropia” le iniziative sociali che promuove con metodi imprenditoriali.
«Nel nostro Paese la filantropia è cosa rara. Ma il suo è uno stacco assoluto. Tanto più che Isabella non si limita a dare del denaro. Ma mette al servizio della comunità anche la logica dell’impresa per dare vita a iniziative come l’Hospice o il Mast, che sono durature oltreché esemplari».
Il discorso ha sottolineato che nel mondo c’è una concentrazione crescente delle ricchezze in poche mani E ad ascoltarlo c’era anche ,Landini, che dice di non aver mai visto tanta ingiustizia.
«È bello quello la Seragnoli ha detto. Ma il tema della crescente ingiustizia, messo in luce da Thomas Piketty e da altri studiosi, è molto grosso e serio. Non è su questo che ìncide la filantropia. Fare opere buone con i propri soldi può correggere ciò che non va. Può essere di esempio. può produrre qualche cambiamento, ma non incide sulla distribuzione dei redditi che è il vero problema di oggi».
Nella lectio magistralis, Seragnoli ha lamentato la difficoltà per il pubblico di accogliere le iniziative del privato.
«ll problema è che non sempre si può contare su iniziative private di quel valore e con quelle caratteristiche».
La risposta delle istituzioni però è spesso burocratica.
«La burocrazia è una cosa che gli italiani conoscono bene e da tempo. li grande merito della Fondazione Seragnoli è di essere riuscita a sbloccare l’inerzia di strutture pubbliche che spesso sono bloccate, con iniziative modello sul piano organizzativo e aziendale, in grado di assicurarsi un futuro anche dopo il loro avvio».
Da quanto tempo conosce la SeragnoIi?
«Saranno 20~25 anni. Prima la sua riservatezza era assoluta. È da quando ha preso le redini della Gd e del gruppo Coesia che è diventata più visibile e ho avuto occasione di apprezzarne l’unicità».
Altre famiglie bolognesi, i Vacchi, i Marchesini si impegnano nel sociale.
«Si, in questa terra non mancano ottimi imprenditori. Ma ciò che è unico nell’ esperienza della Seragnoli è l’aver impiegato modelli aziendali per fare del bene. Ha messo al servizio della comunità modelli organizzativi che danno efficacia, forza e durata a iniziative che promuove».
Un esempio che può fare scuola?
«Penso che sia un caso speciale. Assolutamente speciale. Però possiamo sperare che prolifichi» .