La Cina è pronta ad acquistare Euro, ma ha bisogno di decisioni europee a lungo termine
Economia
Prodi a Pechino: nessuno vuole la fine dell’Euro
Intervista di Antonio Talia a Romano Prodi su AgiChina del 17 febbraio 2012
Pechino, 17 feb.- Romano Prodi, si sa, in Cina è di casa. L’ex presidente della Commissione Europea ha tenuto venerdì una lezione presso la CEIBS (China Europe International Business School) per spiegare il suo punto di vista a una platea di professori e studenti cinesi che guardano con apprensione alla crisi del debito pubblico europeo.
“L’euro aveva fatto bene fino a due anni fa- ha raccontato Prodi- poi, a sorpresa, è arrivata la crisi greca. La Grecia ha effettivamente sbagliato tutto, dagli imbrogli sui conti nazionali alla bassa produttività, fino all’elevato deficit, ma la Grecia costituisce effettivamente solo il 2% del PIL dell’Eurozona. All’inizio la sua situazione avrebbe potuto essere risolta facilmente”.
Ma secondo Prodi, la Commissione europea è stata completamente emarginata e le dichiarazioni contraddittorie dei vari governi hanno indebolito l’azione della BCE, e subito dopo sono cominciati gli attacchi speculativi:
“La speculazione è facile– ha detto l’ex primo ministro italiano- quando puoi dividere un mercato in 17 mercati. A causa della struttura proprietaria dei bonds, che sono in mano alle banche, subito dopo si è andati all’attacco delle banche, e ciò ha provocato una stretta creditizia. Siamo arrivati a un momento nel quale le decisioni erano obbligate, i fondi di stabilizzazione sono stati un passo nella direzione giusta, ma ancora insufficienti a risolvere il problema. Fortunatamente, la BCE ha cominciato a seguire una politica più espansiva e ha fornito strumenti sufficienti a combattere la crisi, pur rimanendo legata alle regole”.
Prodi ammette che “le divisioni tra Francia e Germania rimangono”, ma sostiene davanti al pubblico cinese che nessuno ha interesse alla sparizione dell’euro:
“I Paesi del sud sono terrorizzati dalla prospettiva, perché avrebbero un’inflazione terribile, e neanche il sistema bancario avrebbe nulla da guadagnare, perché ha nel portafoglio miliardi di bond dei Paesi PIIGS. L’America non ha alcun interesse a una grossa crisi europea in un anno elettorale, la Germania per la prima volta ha un surplus enorme, e questo è avvenuto grazie all’euro”.
Le prossime mosse per risolvere il rebus della crisi del debito pubblico europeo, secondo il Professore consistono nel dare nuovi poteri alla BCE e nella creazione degli eurobonds:
“Sarà un processo lento, ma non c’è alternativa”. D’altronde, la situazione complessiva europea è migliore di quella americana, con 4 punti di deficit in meno e la stessa Grecia è messa meglio della California. Nessuna possibilità di default per Italia o Spagna: il deficit italiano è sotto controllo così come il budget, la maturazione dei debiti è a lungo termine., il governo è credibile.
E qual è il ruolo della Cina nella crisi europea?
“La Cina deve agire in modo intelligente dal punto di vista economico e politico. Sul primo fronte, ha tutto l’interesse all’acquisto di asset di euro perché per qualche anno penso che non ci sarà una riforma sostanziale del sistema monetario internazionale. La Cina mi sembra pronta a diversificare le riserve, ma ha bisogno di decisioni europee a lungo termine, come ad esempio la riforma del Trattato”. “Ma l’idea che Pechino arrivi sul cavallo bianco a salvare l’euro è totalmente stupida” ha concluso Romano Prodi.