I sovranisti non vinceranno, l’Italia si sta risvegliando – #uneuropapernoi

Prodi: “L’Italia si sta risvegliando. Esponiamo la bandiera dell’Ue. L’Europa è la garanzia del futuro”
Il Professore: “L’iniziativa sta andando oltre ogni più rosea aspettativa. Mi piace che sia trasversale. Però è chiaro che il vessillo blu con le stelle deve stare accanto al nostro tricolore”. E sulle candidature di Pisapia e Calenda nel Pd dice: “Solo l’inizio. Ma il buongiorno si vede dal mattino”

Intervista di Luciano Nigro a Romano Prodi su La Repubblica del 21 marzo 2019

“Le bandiere dell’Europa alle finestre? Oggi si comincia e questo è soltanto l’inizio di un percorso per ricordare che l’Europa è la garanzia per il domani dei nostri figli. Però è chiaro che la bandiera blu con le stelle dorate troverà sempre il suo posto accanto al tricolore italiano”.

Sorride Romano Prodi e indica la bandiera italiana piegata e ancora incellofanata sulla sua scrivania. “Me l’ha regalata un amico che ha capito lo spirito della mia proposta” rivela l’ex premier che per più di cinque anni ha guidato la Commissione europea e che oggi ha come suoneria del suo telefono l’Inno alla gioia di Beethoven, inno ufficiale dell’Unione. In gennaio, quando il Professore lanciò l’idea di radunarsi intorno alla bandiera europea, la sua sembrava una provocazione destinata a rimanere inascoltata. Oggi in tanti seguiranno il suo esempio.

E’ soddisfatto delle reazioni, Professore?

“Sta andando molto meglio di ogni mia aspettativa. Ero infatti cosciente delle difficoltà, a cominciare da quella di trovare le bandiere e di distribuirle. L’iniziativa invece si è mossa come una corsa non come un cammino. E quello che più mi piace è che sia così trasversale. Perché hanno risposto non solo i federalisti e il Pd, ma tante persone da destra e da sinistra, politici e non politici, e tante ONG e organizzazioni cattoliche”.

Due giorni fa in piazza Duomo a Milano c’erano duemila ragazzi cattolici a stendere il vessillo con le dodici stelle dorate.  

“Una piazza bellissima. Quei ragazzi sentivano il richiamo non solo della bandiera ma del loro futuro.

Stupito?

“Colpito, piuttosto. Anche se, a pensarci bene, l’idea di un’Europa oltre le nazioni e oltre il concetto di confine, non è lontana, ma vicinissima al pensiero cattolico”.

Il Pd, proprio nella sua Emilia, ha distribuito 10mila bandiere prenotate alle primarie.

“Mi ha fatto piacere perché il Partito democratico ha reagito in modo molto organizzato e compatto. Però non è solo il Pd, e questo è importante. Questa non è una manifestazione di parte, è la partecipazione a un’idea di futuro che ci riguarda tutti“.

La sua tenda si è riavvicinata alla casa del Pd. Viste da vicino come giudica le prime mosse di Zingaretti?

“Vedo chiari segni di apertura“.

Le candidature di Calenda e Pisapia, per esempio?

“E’ solo l’inizio, ma il buon giorno si vede dal mattino”.

Oggi in tanti conteranno le bandiere. E magari qualcuno parlerà di flop.

Oggi è solo l’inizio: prevedo un crescendo nei prossimi due mesi. Non è una cosa partita dall’alto, ma in tanti si stanno muovendo e so che c’è chi si sta organizzando per produrre e per distribuire la bandiere nei prossimi giorni e nelle prossime settimane. Sapevo che occorreva del tempo: in tutte le cose che propongo ci vuole del tempo”.

Come accadde per la diffusione della bandiera della pace per la Guerra in Iraq?
“Come nel 2003, però vorrei un finale diverso. Allora tutto lo stivale era imbandierato con l’arcobaleno della pace. Tutta l’Italia era per la pace. Ma questo non fermò la guerra in Iraq. Questo vuol dire essere nelle mani delle grandi potenze: non c’è mai stato un dibattito sulle motivazioni e sulle conseguenze di quella guerra”.

Lei ha usato recentemente espressioni forti per dire quanto sarà importante il voto in Europa. Ha parlato di crisi della democrazia. E chiede di evitare scelte di cui gli elettori europei potrebbero pentirsi.

“Ci sono 22 cinesi e più di 5 americani per ogni italiano. In un mondo globale l’Europa divisa sparisce di fronte a potenze come gli Stati Uniti e la Cina. Il problema è non finire come gli staterelli italiani dopo la prima globalizzazione, quella iniziata con la scoperta dell’America. Non facciamo di nuovo quell’errore su scala continentale.”.

Sono i sovranisti il nemico?  

“I sovranisti saranno costretti ad ammettere che la sovranità si difende solo stando insieme. Con un’Europa debole i singoli stati non potranno né decidere né incidere sul futuro”

Proprio oggi arriva in Italia il presidente cinese Xi Jinping. L’Europa deve avere paura della Cina, come avverte Trump?

“Se è unita l’Europa non deve avere paura di nessuno. Nonostante la debolezza politica, è ancora la prima potenza industriale e il primo esportatore al mondo. Se divisa, come oggi, l’Europa deve avere paura di tutti”

E L’Italia sbaglia a muoversi da sola?  

“Purtroppo tutti gli europei si muovono soli nella politica estera. Negli ultimi anni non c’è stato un atto importante di politica estera condiviso da tutti gli europei: non l’Iraq, non la guerra di Libia, né i bombardamenti in Siria”.

Tra due mesi si vota per l’Europa, qual è secondo lei la posta in gioco?

Cosa c’è in gioco? Non tanto la vittoria sui sovranisti, perché i sovranisti non vinceranno. In gioco c’è la necessità di costruire un’Europa abbastanza forte per permetterci di avere un futuro. I sovranisti sono diventati forti solo quando l’Europa ha smesso di decidere, dopo che la Francia, nel 2005, ha bocciato la Costituzione europea”.

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Dati dell'intervento

Data
Categoria
marzo 21, 2019
Interviste