L’Ulivo è resuscitato nel voto. Ora forti alleanze per vincere
Prodi: “Così nel voto è resuscitato l’Ulivo”
Il Professore aveva lanciato l’allarme a pochi giorni dal voto: esperienza politica “morta”, l’aveva definita, “e i suoi eredi non fanno che litigare”. Guarda alla sua città e non solo: “Per vincere bisogna costruire un’alleanza ampia. Riuscirci comporta anche delle difficoltà, ma dove si è provato davvero a mettere insieme un’alternativa credibile di governo, la gente ha premiato gli sforzi”
Intervista di Silvia Bignami a Romano Prodi su La Repubblica del 18 maggio 2011
Di nuovo con la valigia in mano, Romano Prodi lascia Bologna con un sindaco eletto. “Se era una battuta che l’Ulivo fosse morto, adesso si può dire che è resuscitato” sorride il Professore globetrotter dall’aeroporto di Firenze. L’ex premier è entusiasta il giorno dopo il voto che ha riconsegnato Bologna al centrosinistra al primo turno, grazie anche al “contributo determinante” di Amelia Frascaroli, mentre Milano volava al ballottaggio con il candidato di centrosinistra Giuliano Pisapia davanti a Letizia Moratti.
Prodi spiega così la ricetta della vittoria, che vale a Bologna e anche più in là, fino a Roma. “È chiaro da tanti anni che per vincere bisogna costruire un’alleanza ampia. Riuscirci comporta anche delle difficoltà, ovviamente, ma dove si è provato davvero a mettere insieme un’alternativa credibile di governo, dove ci si è affidati alle primarie per la scelta dei candidati, ovunque si sono fatte queste cose, alla fine la gente ha premiato gli sforzi”. Brilla nel cuore del Professore il risultato della Frascaroli, “amabile marziana” partita dal niente e poi capace di costruire in tandem con Nichi Vendola un successo alle primarie e alle elezioni, con il 10,24% dei consensi. “Amelia è stata brava, bravissima. Per me il suo risultato è stato sorprendente e straordinario”.
Non è un segreto che la Frascaroli, cattolica “adulta” e dossettiana, sia vicinissima a casa Prodi. Ha scritto il suo programma sul welfare per le primarie consultando la moglie del Professore, Flavia Franzoni, e tanti dei cosiddetti “prodiani” del Pd l’hanno sostenuta nella corsa interna del centrosinistra. Prodi sempre in disparte per non imprimerle il marchio del suo nome, fino a ora, quando le rende merito. “Amelia ha dimostrato di essere una parte essenziale della coalizione. Il suo contributo è stato determinante a questa vittoria, e sarà determinante anche a questa amministrazione”.
Tanto determinante da convincere il sindaco Virginio Merola ad affidarle un ruolo in giunta, magari da vicesindaco? “Non entro nel merito della composizione della squadra – premette Prodi – Dico però che solitamente le componenti essenziali di una vittoria restano essenziali anche dopo, nel governo della città”.
Potrebbe nascere proprio dalla Frascaroli, o meglio dal matrimonio tra Pd, vendoliani e Amelia, a Bologna, il “Nuovo Ulivo” sognato dal segretario Pd Pierluigi Bersani. Il Professore ci ride un po’ su, sornione: “Perché “Nuovo” Ulivo? Diciamo Ulivo e basta”. Sembrano lontanissime le parole pronunciate solo poche settimane fa, quando disse che l’Ulivo era “morto”. Ora il Professore smussa: “Allora dicevo di lasciar riposare in pace il povero Ulivo, ma queste elezioni dimostrano che se si vuol vincere bisogna costruire un’alleanza e un’alternativa credibile. Se vogliamo dirlo in una battuta diciamo pure che è risorto”. O che è rimasto sempre vivo nello spirito. Come ha fatto il Pd bolognese, che incredibilmente ha “tenuto”, senza paura della competition della Frascaroli. “Certo, il Pd ha tenuto, e ne sono felice. Il Pd è il Pd, il perno del centrosinistra, il suo motore. Dopo quello che è accaduto in questa città è un risultato straordinario. Chi ha mostrato invece tutta la sua fragilità è il centro”.
Già, il famigerato Terzo polo di Pier Ferdinando Casini e Gianfranco Fini, naufragato nell’urna: “Hanno avuto una incredibile risonanza mediatica, ma nella cabina sono scomparsi“. Né si lascia scomporre, il Professore, dal boom dei grillini, e dai “ponti” di dialogo che il Pd cerca ora di costruire: “Il Movimento a Cinque stelle è molto lontano dal mio orizzonte culturale”. È ora di riprendere l’aereo, ora, ma il Professore di Bologna parla volentieri, soprattutto dopo quel bagno di folla in piazza Maggiore. Lui inatteso, e osannato dalla piazza come ai tempi del 2006: “Mi ha fatto un immenso piacere. Ognuno è vittima delle proprie ambizioni, è la vanità”. Tra le ambizioni c’è anche quella di un ritorno alla politica? Lui scuote la testa e sorride: “No, anche la vanità ha i suoi limiti”.