Troppa dieta uccide il Paese
Prodi, messaggio a Monti: “Troppa dieta uccide”
Rischi da eccessivo rigore: “Il modello sociale europeo è ancora valido e funziona”
Intervista a Romano Prodi sul Quotidiano Nazionale del 7 novembre 2011
Al World Business Forum in corso a Milano l’ex presidente del Consiglio mette in guardia il governo tecnico dal possibile cortocircuito delle politiche di risanamento. Segue suggerimento: orientarsi a Nord potrebbe aiutare
Milano, 7 novembre 2012 – Per l’ex presidente del Consiglio Romano Prodi la “politica di rigore è indispensabile come premessa”, ma deve fermarsi “a un certo punto per non uccidere il denominatore” cioè il prodotto interno lordo, e impedire così di risolvere il problema. Lo ha detto durante il suo intervento al World Business Forum in corso a Milano. “La dieta fa bene – ha ribadito l’ex premier -, ma quando si soffre la fame non fa bene. Partiamo dunque dall’austerità, ma senza uccidere il Paese”.
ALTRO SPREAD – Quanto alle possibiltà di un taglio drastico del debito Prodi ha ricordato che il suo Governo l’aveva ridotto, in rapporto al Pil, di 14 punti percentuali, ma con uno spread basso e una economia mondiale in condizioni migliori di oggi. “Adesso un’operazione del genere non si può fare, dobbiamo aspettare la ripresa dell’economia. La condizione è che ci siano governi che durano a lungo. Oggi un taglio drastico del debito ucciderebbe l’economia“.
DEMOCRAZIE EFFICIENTI – In ogni caso, per Prodi, il modello sociale europeo che ha portato non solo l’Italia a indebitarsi molto, non è affatto morto. Lo dimostra il fatto che “Germania e paesi scandinavi che sono quelli che vanno forte“. “Questo ci dice – aggiunge il premier – che, se ben applicato, il modello sociale europeo funziona benissimo come in Germania che ha una serie di strutture per la formazione e la ricerca che potremmo definire del ventesimo secolo, ma che funzionano bene. Non è assolutamente morto e non è la causa della crisi, il problema è farlo funzionare bene”.
Romano Prodi: Cina più mercato, Usa più Stato
Intervista di Giuseppe Mariggiò a Romano Prodi su DataManagerOnline del 7 novembre 2011
«L’elezione di Obama e l’esito del Congresso del Partito Popolare cinese di domani decideranno il destino del mondo per i prossimi quindici anni». Lo ha detto Romani Prodi, in apertura della seconda giornata del World Business Forum di Milano
«La vittoria di Obama – secondo Prodi – ha un duplice significato economico e politico a livello globale. Gli Stati Uniti restano la più grande potenza, ma non possono più guidare le sorti del mondo da soli. I prossimi anni saranno all’insegna del co-protagonismo con il blocco Asiatico.
E il ruolo dell’Europa?
«La bilancia dei pagamenti europei è migliore di quella USA». Ma si sa che l’America quando ha un problema lo esporta come la democrazia. «In Europa siamo a un punto di non ritorno sulle politiche fiscali e di spesa pubblica».
Quanto peserà sulla vittoria di Obama l’ipoteca del Congresso in mano ai repubblicani?
«Avrà un peso nella velocità delle decisioni, ma Obama risponderà con il rilancio della politica industriale, che avrà un effetto positivo anche al di qua dell’oceano. Il recupero di forza sull’industria manifatturiera porterà a una rinascita del dibattito sulle politiche industriali in Europa».
E la Cina?
«La Cina ha scelto la strada del progresso senza avventura, continuerà nella direzione intrapresa con una maggiore velocità sulle riforme interne che saranno inevitabili.
La nuova governance cinese dovrà affrontare anche i temi dello stato sociale, dell’ambiente e non solo della produzione. Nei prossimi anni vedremo un mondo a diverse velocità. L’Europa avrà ancora il freno a mano tirato a causa della mancanza di decisione e di coesione politica. Il Primo ministro europeo resta il “signor spread” e sarà così almeno fino alle prossime elezione tedesche, che sbloccheranno la situazione.
È possibile ricompattare lo spirto di coesione europeo?
Lo sblocco per il momento non è arrivato da un salto in avanti della democrazia europea ma dall’azione di un organismo tecnocratico come la Banca centrale europea.
L’Europa di domani?
Nessuno ha interesse alla distruzione dell’euro, che anche sulla Germania avrebbe effetti molto negativi. Il tema delle svalutazioni competitive è anacronistico. Ci saranno resistenze, come sempre nei processi di cambiamento, ma nel futuro avremo un’Europa più unita e più veloce nelle decisioni.
Fiat: Prodi, Marchionne incomprensibile
(ASCA) – Roma, 7 nov – ”Che Marchionne sistemi Chrysler in America e Fiat vada sempre peggio e’ incomprensibile”. Lo sostiene l’ex premier Romano Prodi in Capital All News sottolineando che ”i nostri salari sono cosi’ bassi. Credo che da parte sindacale, anche quella piu’ estrema, ci sia il desiderio di un accordo, perche’ non se ne puo’ proprio piu”’. Quello che ”mi preoccupa – dice ancora Prodi – e’ che l’innovazione nel settore auto sta uscendo dall’Italia.
Ma i nostri ingegneri non costano nulla a confronto di quelli tedeschi, francesi, americani!”.
fdv