Unicredit è una grande banca internazionale, non si sottometta ai giochi della politica
Prodi su Profumo: «Ci rimette l’Italia». E il titolo va giù
Intervista di Gianmaria Pica a Romano Prodi su Il Riformista del 23 settembre 2010
Unicredit e il Palazzo. Dice l’ex premier: «Profumo ha creato una realtà ai livelli dei grandi istituti europei, cosa che in Italia mancava. Se ora viene sottomessa ad altri interessi, a rimetterci è il paese. Gli errori dell’ex ad? E chi non ne fa?».
L’ex presidente del Consiglio, Romano Prodi, parla con il Riformista delle dimissioni-lampo di Alessandro Profumo. Dice Prodi: «Profumo ha creato una grande banca italiana dal profilo internazionale. La politica dovrebbe rimanere fuori da queste vicende e ora chi rischia di rimetterci è l’intero paese». Profumo ha votato due volte alle primarie: nel 2005 candidato Prodi e poi nel 2007 quando la moglie Sabina Ratti si candidò con Rosi Bindi per entrare nell’assemblea nazionale del Pd. Ieri a Radio 24 Prodi ha spiegato che «Profumo è un cittadino, come tale ha il diritto assoluto e la libertà di andare a votare alle primarie (…) nessuno del Pd gli ha mai dettato niente né chiesto alcunché». Sul rapporto tra la politica e le fondazioni, invece ha affermato che «la politica contraddice quello che deve essere l’obiettivo di una fondazione che non è quello di comandare una banca ma è quello di assicurare il rendimento del proprio patrimonio a favore della città alla quale deve rispondere».
Professore, qual è il suo giudizio in merito alle dimissioni-lampo di Alessandro Profumo?
Sono stato fuori e sono tuttora all’estero ho seguito poco l’ultima vicenda. Posso solo dire che ho avuto e ho ancora molta stima di Profumo. Tutto quello che gira intorno alle dimissioni mi è ignoto. Non so nulla di come sia andata la vicenda.
Però avrà sentito che la politica si è interessata molto al caso. L’uscita dell’ad da Unicredit è stata accelerata dalla Lega che ha usato toni durissimi nei confronti di Profumo. Cosa ne pensa?
La politica non si dovrebbe assolutamente interessare di queste cose. Ma ripeto, sono tuttora all’estero e apprendo solo ora che la Lega ha avuto un ruolo attivo nella vicenda. Ho avuto solo modo di seguire il caso delle dimissioni di Profumo sfiduciato dal suo consiglio. Posso dare però un giudizio di merito: secondo me Profumo ha creato una grande banca italiana. Ha portato Unicredit ai livelli dei grandi istituti europei. Questo è stato un grande successo.
Secondo lei Profumo ha lavorato bene nel corso dei tredici anni passati al vertice di Unicredit, oppure ha commesso qualche sbaglio?
Gli sbagli li facciamo tutti. Adesso l’Italia ha una grande banca. Unicredit ha un profilo internazionale con la metà – o poco meno della metà – del suo fatturato in Italia, mentre il resto proviene dall’estero. È una realtà che il nostro paese non ha mai avuto. Credo che con questo profilo internazionale subentra anche la necessità che una banca di queste dimensioni e di questa importanza non si sottometta ai giochi della politica. Unicredit è innanzitutto l’interesse del paese e non quello di alcune persone. Ripeto: oggi chi ci rimette è il paese.
Professore, è un problema l’ingresso dei libici in Unicredit, oppure si tratta di una banca privata che risponde ai criteri e alle leggi del mercato?
Le persone si dovrebbero rendere conto che Unicredit non è mica l’unica banca italiana in cui ci sono dei fondi sovrani.
Secondo il leader del Carroccio, Umberto Bossi, ora Unicredit si deve difendere anche dall’avanzata tedesca. Cosa risponde?
Ho già detto abbastanza, non ho alcuna intenzione di rispondere a Bossi e replicare alle sue esternazioni.