Il Piano Inclinato
Cambiare si può e si deve
Conversazione con Giulio Santagata e Luigi Scarola
“Mentre il profilo delle nostre società veniva profondamente modificato dall’impatto della tecnologia, della finanza e della globalizzazione, ci siamo dimenticati dell’uguaglianza.
Ma senza uguaglianza la stessa crescita rallenta e le crepe nella coesione sociale alimentano i populismi, mettendo a rischio la stabilità democratica.
Attribuendo alla politica economica nazionale un ruolo tuttora decisivo nella correzione degli squilibri che bloccano l’ascensore sociale e frenano lo sviluppo, Romano Prodi indica le principali aree di intervento sulle quali agire per una crescita inclusiva, che inverta la rotta sin qui seguita.”
Romano Prodi
“Il Piano Inclinato“
Edizioni Il Mulino
pagine 160, ISBN: 9788815273345
Acquistabile presso l’editore, scaricabile come eBook, disponibile in tutte le librerie
Una ventata d’aria fresca
di Gianfranco Viesti per Il Mulino
Il piano inclinato, di Romano Prodi (Il Mulino, 2017), è una ventata d’aria fresca nella discussione sulle politiche di sviluppo del nostro Paese. Su come uscire dalla crisi. Un libro di contenuti, di cose che si possono e si debbono fare. Già questa scelta, aria fresca. Per capirlo basta notare come in una lunga intervista televisiva dei giorni scorsi una pur brava giornalista non gli abbia rivolto neanche una domanda sui temi del libro, tornando invece solo, ossessivamente, sul gossip corrente del «dibattito» italiano: che ne pensa dei rapporti di Renzi col padre? («Lo chieda a Freud», l’opportuna risposta).
Un libro di contenuti per una sinistra moderna, che vuole tornare protagonista. E per questo non si rifugia nella stanca, depressa, litania del «dobbiamo fare le riforme strutturali, quelle che hanno fatto gli altri», come se ci fosse una sola via al futuro, fatta di svalutazione competitiva, tagli alla spesa pubblica e alle tasse, riduzione del costo del lavoro; e la sinistra debba per forza rassegnarsi a una stanca ripetizione del pensiero unico (della destra). Se vogliamo essere un Paese avanzato, dice Prodi, la strada non è quella di ridurre il Welfare e scaricare i costi dell’aggiustamento sui lavoratori.
Come, allora? Chi teme una riproposizione nostalgica delle politiche del passato, delle trascorse esperienze di governo può stare tranquillo. Il libro è ben saldo nell’oggi e guarda avanti. Anzi, trae spunto proprio dai cambiamenti degli ultimi vent’anni; a partire dal «perverso intreccio» fra tecnologia, globalizzazione e finanza, che ha generato disuguaglianza e esclusione e che così rischia di continuare. Ma anche da un giudizio meditato su privatizzazioni e liberalizzazioni che «non sono state un successo».
La tastiera di Prodi è articolata. Torna su temi fondamentali, oggi in secondo piano: una forte politica industriale, volta a favorire crescita dimensionale delle imprese e innovazione; il potenziamento dell’istruzione; una gestione più incisiva e innovativa dei beni comuni. Non rinunciando a proposte che destano certamente scandalo per il politicamente corretto dei giorni nostri, fatto sempre e solo di tagli alla spesa e alle tasse: come quella di (re)introdurre una normale tassa di successione (con aliquote come quelle di Francia e Germania) per finanziare il potenziamento dell’istruzione. Fino all’illustrazione di misure apparentemente minori, ma invece assai importanti: le fondazioni di famiglia cui poter destinare la proprietà delle imprese; un fondo immobiliare per i mutui in sofferenza; reti di incubatori di nuove imprese e di centri di diffusione tecnologica come i Fraunhofer tedeschi.
E già. Perché Prodi guarda alla Germania di oggi: ma non con lo sguardo sbilenco di chi vede solo minijobs e austerità, ma con quello acuto di chi si interroga sulla forza del modello industriale dei nostri vicini. E come in Germania, nel libro sostiene che il ruolo dei sindacati, nelle moderne società europee, debba restare fondamentale.
Insomma, ce n’è abbastanza per discutere. Ce ne sarebbe abbastanza per un Partito democratico che volesse parlare di politiche e non di facce, comparando ad esempio le idee del libro con l’azione di governo degli ultimi anni: dall’abolizione della tassazione sull’abitazione alle misure che hanno favorito l’uso del contante; dall’esaltazione della flessibilità sul mercato del lavoro al massacro di gran parte del sistema universitario italiano. Di più. Ci sono le basi per un possibile programma per unire le disperse forze del centrosinistra e della sinistra. Una bozza da cui partire; certo da integrare (specie sul fronte delle politiche per gli investimenti pubblici e la coesione territoriale); da completare con le indispensabili iniziative nei confronti dei partner europei, per favorire la spesa per investimenti.
Ma accettando la sfida di Prodi. Accettando un assunto oggi certamente non ovvio: che se il centrosinistra insegue la destra sul suo terreno programmatico, o si affida a proposte volte a strizzare l’occhio agli elettori, e abbandona un grande, moderno, disegno di progresso e di uguaglianza sociale, ha perso ancor prima di combattere.
Ne parlano
Angel Gómez su ABC del 30 maggio 2017
«La nueva Europa necesita que España e Italia se sumen al eje franco-alemán»
Piero Bosio e Alessandro Principe su Radio Popolare del 25 maggio 2017
Prodi: “Occorre un centro sinistra unito”
Giovanni Floris a DiMartedì su La7 del 23 maggio 2017
Il piano inclinato e sull’attualità politica
Gianni Minoli su Mix24 del 22 maggio 2017
Audiointervista a Romano Prodi
Marco Damilano su L’Espresso del 22 maggio 2017
L’allarme di Romano Prodi: “Si rischia un attacco della speculazione” “Senza legge elettorale c’è un futuro spagnolo: voti a ripetizione”
Daniele Nitrosi su Quotidiano Nazionale del 18 maggio 2017
La ricetta di Prodi. Le idee dell’ex premier contro la crisi: investire su welfare, scuola, servizi e alzare la tassa di successione
Eugenio Fatigante su Avvenire del 18 maggio 2017
Idee. La ricetta di Romano Prodi: «Redistribuire il futuro a chi non ce l’ha»
Daniela Preziosi su Il Manifesto del 17 maggio 2017
La rottamazione è finita, il programma del Prof per un premier non renziano
Marco Ascione su Il Corriere della Sera del 17 maggio 2017
Prodi: «L’ingiustizia sociale aiuta i populisti. Pisapia? Deve rispondere alle attese»
Huffington Post del 17 maggio 2017
Romano Prodi: Le parlamentarie M5S distruggono la democrazia
Fabio Martini su La Stampa del 17 maggio 2017
Un programma di governo di Prodi per provare a salvare l’Italia
Stefano Feltri su Il Fatto Quotidiano del 17 maggio 2017
Oltre Renzi e M5S, ecco l’alternativa: il Prodi 4.0
Massimo Marnetto su Articolo21 del 17 maggio 2017
Prodi batte un colpo
Michele Zanzucchi su Città Nuova del 17 maggio 2017
Romano Prodi esce nelle librerie con un volumetto in cui mette il dito su alcuni nodi della società italiana. E fa proposte concrete
Francesco Curridori su Il Giornale del 17 maggio 2017
Prodi: “Sono un senza casa ma vivo in una tenda vicina al Pd”
Modena Today del 22 maggio 2017
Il “piano inclinato” dell’Italia, Romano Prodi torna in cattedra al Monzani
Modean 2000 del 22 maggio 2017
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Romano Prodi: Le parlamentarie M5S distruggono la democrazia
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Pd, Prodi: Renzi? Senza sinistra manca il centrosinistra
Sacha Lunatici su Instante del 18 maggio 2017
Prodi torna, almeno in libreria: “Non so cos’è la sinistra” E scommette su Pisapia