“Bologna guarda al Futuro”: rivedi i tre seminari
Bologna al futuro
16, 17 e 18 giugno 2020
in collaborazione con
Nomisma, Istituto De Gasperi, Fondazione Innovazione urbana, Urban@it
Puoi rivedere qui i tre seminari, dal titolo Bologna guarda al futuro, per ripensare alla prossima identità della città. È questa il ciclo di eventi proposti della Fondazione per la Collaborazione tra i Popoli che hanno riunito esperti e studiosi per definire insieme il futuro della nostra città. Il tutto, per le ragioni dettate dalla sicurezza in tempo di pandemia, in una diretta streaming gestita da Nomisma.
Il futuro passa per le città, un futuro che dovremo costruire insieme e che sarà il risultato della capacità di innovare e di progettare nel lungo periodo senza disperdere, o sprecare, quanto già acquisito in termini di capitale sociale.
Il programma era piuttosto ricco a partire dalla progettazione. Immaginato per questa primavera, Bologna guarda al futuro si è svolto online in diretta il 16, 17 e 18 giugno con la possibilità da parte del pubblico di intervenire. E’ stato Romano Prodi, che presiede la Fondazione per la Collaborazione tra i Popoli, a spiegare che non sarebbe stato possibile rimandare l’appuntamento all’autunno: “troppo vicino alla prossima campagna elettorale per le comunali, con il rischio che vi fossero letture politiche dell’iniziativa che invece è stata pensata per Bologna, la nostra città che tutti amiamo, con il solo scopo di offrire un’analisi utile al suo prossimo futuro”.
È infatti la nuova possibile identità di Bologna che è stata analizzata: dalla consapevolezza del passato di una città che ha saputo esprimere, nel corso della sua storia, innovazione, forte tradizione culturale, qualità e forza di coesione, fino ad una nuova definizione che consenta alla città e al suo territorio di affrontare le sfide competitive che l’attendono.
Il confronto con i relatori, è partito dalla ricerca di una definizione per la città condivisa da tutti. Ciascuno si è riconosciuto in Bologna, città cognitiva. Un profilo che affonda le sue radici nel passato e che richiama l’orgoglio storico di una città che ha saputo aprirsi al mondo grazie alla sua millenaria tradizione universitaria.
- Martedì, 16 giugno “Bologna europea in una Regione a rete” con l’introduzione di Romano Prodi, il saluto di Walter Vitali e gli interventi di:
- Franco Farinelli, “Bologna cognitiva nella storia“: lo Studium bolognese, erede della sistemazione territoriale romana, fin dal suo esordio riprende e riassetta elementi cruciali, già esistenti, e produce un’informazione specializzata esportandola in tutto il mondo. Da sempre Bologna non solo ha un profilo cognitivo, ma anche transnazionale, aperto e capace di attrarre interesse e domanda di sapere qualificato.
- Annalisa Boni, “L’Europa delle città“: uno sguardo rivolto a 4 città medie europee, così come città media è anche Bologna. Non si tratta di replicare modelli di sviluppo, ma di analizzare e comprendere come si muovono città delle stesse dimensioni e quali saranno quindi i nuovi scenari sui quali anche Bologna dovrà collocarsi.
- Giulio Santaga e Luigi Scarola,”Bologna e la Regione“: la necessità di una nuova e più chiara definizione di Bologna. Esiste infatti una definizione amministrativa (il Comune, la Città metropolitana), una definizione storico-culturale (Bologna la dotta), ci sono definizioni demografiche (i residenti e i pendolari) e definizioni funzionali (il polo terziario). Sono in parte definizioni intrecciate, ma non sempre coerenti tra loro.
- Giuseppina Gualtieri, “Trasporti e mobilità“: la rete dei trasporti e delle infrastrutture. E’ la rete la definizione che meglio rappresenta Bologna?
- Mercoledì 17 giugno “Bologna, sterile o feconda?” quale sarà il capitale umano disponile nel futuro? Saranno gli anziani, i giovani o gli immigrati? Con gli interventi di:
- Gianluigi Bovini,“Chi costruisce il futuro?“: quali saranno i protagonisti del futuro di Bologna e quali sono le scelte strategiche e di politica sociale che possono creare il capitale umano di domani? È un investimento sociale utile? E se lo è, quali nuove risorse investire nel welfare che produce sviluppo? Ma quali servizi dovranno essere organizzati nel futuro, destinati al nuovo capitale umano con il quale Bologna dovrà fare i conti?
- Marisa Anconelli, “Investiamo sull’infanzia?“: i servizi per l’infanzia come investimento in capitale umano.
- Chiara Gibertoni, “Quale sanità si può costruire?“: la rete di protezione e prevenzione della salute in termini di innovazione organizzativa rispetto agli andamenti demografici, alla rete regionale e alla luce di quanto la pandemia da Covid 19 ha messo in evidenza.
- Carlo Monti: “Quali case nel futuro?“: il nuovo capitale umano di Bologna quali case abiterà? Quale nuova progettazione urbana richiede il futuro di Bologna?
- Michael Plummer, Rettore dell’Università Jhons Hopkins di Bologna, “Dialoghi tra Università” osservazione, con lo sguardo di una Università straniera, del capitale umano che le Università concorrono a formare.
- Giovedì 18 giugno: “Dai bachi da seta ai Big data“: dalla fiorente coltivazione del baco da seta all’industrializzazione serica, dai distretti industriali come la packaging valley, motor valley e i poli biomedicali compreso il sistema di imprese delle filiere meccanica, meccatronica e motoristica. Bologna, con la Regione Emilia Romagna, è tra le prime sei aree manifatturiere d’Europa. Ma la sfida del futuro sta tutta nella ricerca e nella capacità di calcolo: nei big data. Dopo essere diventata la sede del data center del Centro meteo europeo, Bologna è stata scelta come una delle sedi del nuovo super calcolatore. Gli interventi dell’ultima giornata sono tutti dedicati alle eccellenze nei campi della ricerca, sviluppo e produzione tecnologica sorte su tutto il territorio emiliano romagnolo e che allargano i confini di Bologna all’intera rete regionale. Su questi temi si sono focalizzati gli interventi di:
- Francesco Leali “Automobili e Università“
- Patrizio Bianchi “Dati e bulloni“
- Sonia Bonfiglioli “Bulloni e dati“
- Romano Prodi ha tratto le conclusioni su quanto emerso negli interventi che hanno avuto luogo nelle tre giornate: “Bologna non è una metropoli come Parigi, o Londra, ma l’Emilia lo è e per questo è fondamentale che la nostra rete regionale sia efficace. Solo tutti insieme potremo avere un ruolo importante, in Europa e nel mondo“.