Cara signora, vuol mai che io, con tutto quello che ho patito, sia diventato berlusconiano?
Prodi: “Berlusconi? Non è tabù condividere l’europeismo”
Il professore: “Forza Italia ha fatto parte del fronte di tenuta contro i sovranisti”
Romano Prodi risponde a una lettrice su La Repubblica del 25 luglio 2020
Professor Prodi, confesso che non ho capito
Ditelo a Repubblica – La Repubblica di Bologna del 24 luglio 2020
Gentile professor Prodi, attraverso lo spazio che questo giornale mette a disposizione dei cittadini per parlare di Bologna , vorrei che le giungesse questo mio scritto. Lei infatti rappresenta e ha rappresentato molto per questa città. Lei appartiene a Bologna come tanti suoi storici monumenti. Ne è stato un “nostro” onorato monumento politico. Ma sono rimasta interdetta quando l’ho sentita , a Repubblica delle Idee , accennare alla possibilità di ” apertura” politica all’intramontabile, eterno, e un tempo suo grande avversario politico… Berlusconi. Berlusconi? Di nuovo Lui? Mi scusi ,io sono una cittadina che ha tante difficoltà. Ho difficoltà a tutelarmi dalle trappole burocratiche, ad aggiornarmi su un digitale che gestisco male perché è sempre più veloce del mio lento comprendere le nuove tecnologie che mi hanno raggiunto da impreparata autodidatta. Ho difficoltà a capire molte cose. Tra le quali questa sua sbalorditiva idea, che mi ha colto come un fulmine a ciel sereno. Io sono stata sempre molto critica con quell’imprenditore finito in politica. Non ho cambiato idea. A quanto pare lei oggi lo vede in modo diverso da ieri. Ecco , mi piacerebbe che attraverso anche le pagine di questo giornale lei ne spiegasse meglio le ragioni. Vede, il concetto di diventare “da vecchi più saggi” non mi è molto chiaro. E’ vero che la saggezza è indispensabile a un buon governo, come l’onestà e la capacità. La “ritrovata” saggezza basterebbe per governare bene? Mi scusi , come le ho detto , se le cose non mi sono spiegate bene a volte ho difficoltà a comprenderle. Mi piacerebbe che lei potesse approfondire meglio l’idea di un’alleanza che per ora respingo in toto. Pronta a ricredermi se avessi elementi nuovi su cui riflettere.
Gabriella Rovatti
Risposta di Romano Prodi su La Repubblica di Bologna del 25 luglio 2020
Gentilissima Signora Rovatti,
prima di tutto le sono grato per la sua gentile lettera che mi offre l’occasione per meglio spiegare ciò che poi, nel corso del dibattito organizzato da “la Repubblica delle Idee”, ho affrontato con maggiore profondità.
Sgomberiamo subito il campo dal dubbio: vuol mai che io, con tutto quello che ho patito, sia diventato berlusconiano?
Ciò che intendevo dire, e che ribadisco, è che ben vengano i voti in Parlamento di Forza Italia dinnanzi alla possibilità che il nostro Paese perda, se venissero a mancare i voti della maggioranza, i 37 miliardi del MES, tutti utili per il nostro Servizio Sanitario messo alle corde dalla pandemia da Covid-19. Se questo è un tabù che deve cadere, che cada pure, tanto sono convinto che quei soldi servano. Le condizionalità sono del tutto cambiate e decadute rispetto al passato, i tassi di interesse risibili. Si tratta di un voto, nel caso, su un contenuto preciso e di grande importanza, dal mio punto di vista, per il Paese.
Ma credo che la sua lettera tocchi anche un altro più complesso ambito di risposta che non intendo eludere. La prendo un poco da lontano. Alle scorse elezioni europee abbiamo temuto l’avanzata dei partiti cosiddetti sovranisti: non ho mai pensato che potessero prevalere, ma è chiaro che il fronte di tenuta dei partiti europeisti comprendeva anche Forza Italia, un partito europeista da sempre che ha contribuito alla fondamentale tenuta dell’Unione. E nemmeno questo è un tabù.
Il comportamento di Forza Italia è stato più costruttivo nei confronti della politica europea, a differenza delle altre forze di minoranza, durante questi lunghi e difficili mesi, dal lockdown alla prima ripresa, fino all’ultimo Consiglio europeo. E’ un tabù osservare che le forze politiche europeiste possono condividere, pur nella diversità che ben conosciamo, l’obiettivo di mantenere saldamente in Europa il nostro Paese?
Questo intendevo qualche settimana fa e nulla più di questo.
È lo stesso concetto che espressi quando si formò il governo circa un anno fa e, riferendomi alla neo eletta Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, definii coalizione “Orsola”, quindi all’italiana, quella che, sostenendo la formazione del governo giallo rosso, avrebbe evitato all’Italia nuove elezioni e un periodo di maggiore instabilità, che resta uno dei nostri più gravi problemi.
E alla luce di quanto ci è piovuto addosso con la pandemia…sarebbe stata una vera tragedia!
Mi auguro di aver chiarito quanto le stava a cuore comprendere. La ringrazio inoltre per avermi definito un “monumento storico”, anche se questo non è certo un bel momento per i monumenti.
Con molta amicizia
Romano Prodi