Con la competitività ci stiamo rovinando, dobbiamo fare il gioco di squadra
Prodi: “In Italia pochissimi studenti stranieri. Parola di rottamato…”
Il Professore, assieme a Guccini e al coach Messina, partecipa al raduno mondiale dei laureati dell’Università di Bologna
Articolo su La Repubblica del 21 giugno 2015
BOLOGNA – Francesco Guccini, Romano Prodi e Ettore Messina sono stati i tre testimoni che hanno celebrato, in piazza Maggiore a Bologna, l’Università più antica dell’Occidente, in occasione della Reunion dei laureati organizzata dall’Alma Mater.
Guccini ha ricordato le sue esperienze da studente universitario che ha dato tutti gli esami senza poi discutere la tesi. “Più tardi – ha detto – mi hanno dato una laurea ad honorem. Loro pensavano che io parlassi di canzoni, invece li ho stesi parlando del dialetto di Pavana, il mio paese sull’Appennino tosco-emiliano”.
E quella volta che, all’esame di latino a magistero, il temuto professor Pasoli che lo interrogava gli disse: “lei ha scritto Dio è morto che è una bellissima canzone, ma non sa i paradigmi”.
A Prodi, professore per antonomasia, è toccato invece offrire i suoi consigli agli studenti attuali. “Non dovete essere competitivi – ha detto – ma bravi, io ho visto anche dei somari essere competitivi e prendersi a calci uno con gli altri. Con la competitività presa per se stessa ci stiamo rovinando, dobbiamo fare il gioco di squadra“. Prodi ha anche riflettuto su un limite dell’Università, non solo bolognese, ma italiana. “Gli studenti stranieri sono pochi – ha detto – a Bologna dove sono duemila su 80 mila, siamo i primi in Italia, ma dovrebbero essere ventimila. I duemila stranieri sono benvenuti, ma devono moltiplicarsi”. Nessuna paura di essere considerato impopolare, nel parlare di apertura agli stranieri: “Ho 76 anni, sono rottamato, devo anche essere popolare?”.
E anche Ettore Messina, vice allenatore dei San Antonio Spurs, squadra di basket Nba, ha ricordato come, grazie a Bologna ed ai suoi anni trascorsi allenando la Virtus, ha imparato “a conoscere la diversità, accettarla e capire che la diversità deve essere soprattutto lotta allo stereotipo” Nel corso della serata, che ha concluso la seconda giornata di celebrazioni della Reunion, c’è stato spazio anche per la musica, con il coro dell’Università e i musicisti dell’orchestra Mozart diretti da Ezio Bosso, in una piazza Maggiore gremita da ex e attuali studenti.