E Tremonti copia il rigore di Prodi
E Tremonti copia il rigore di Prodi
Articolo su L’Espresso del 30 giugno 2011
Cinque righe d’oro: ognuna vale quasi dieci milioni di euro. Tanto potrebbe fare risparmiare in un anno la stretta sui voli di Stato chiesta da Giulio Tremonti con il documento sui tagli ai costi della politica presentato la scorsa settimana. Il nuovo regolamento è semplicissimo: hanno diritto agli aerei blu soltanto il capo dello Stato, i presidenti delle Camere e il premier. Ogni eccezione deve essere «specificatamente autorizzata» e – cosa che farà da deterrente sui politici – «resa pubblica». Si salvano solo le missioni segrete per ragioni di Stato. Il ministro dell’Economia ha schierato una contraerea micidiale, capace di bloccare i decolli da Ciampino.
Ma il suo diktat si limita a imitare quello voluto da Romano Prodi nel 2006. Il capo del governo di centrosinistra preferiva Eurostar e Alitalia agli stormi vip. E dopo lo scandalo per la gita con l’Airbus al Gran Premio di Monza impose un ferreo controllo delle trasferte alate. Tutti i ministri dovevano presentare una richiesta scritta al sottosegretario Micheli. E dopo un paio di mesi si cominciò a ipotizzare la vendita di alcuni Falcon, diventati inutili. Nel 2008 si chiese di abbattere le ore di volo dalle 6.500 dell’ultimo bilancio berlusconiano – ampiamente sforato – a sole 3 mila con una spesa complessiva di 9 milioni.
Ma la vittoria del centrodestra rimise tutti i jet in pista, con un decreto di Silvio che inventò gli aerei delle libertà: chiunque può volare a scrocco, basta che lo voglia il premier