Il motore dello sviluppo sono i periti e gli ingegneri, mica gli economisti
Prodi: “Senza periti e ingegneri questo Paese è finito”
Articolo su La Repubblica di Bologna del 10 marzo 2014
L’ex presidente del Consiglio promuove il rilancio delle scuole tecniche alla presentazione dell’indagine Almalaurea su giovani e lavoro. Il rettore dell’Università di Bologna: “Troppi laureati in Italia? Una bestemmia”
L’ex presidente del Consiglio Romano Prodi che spinge per un rilancio delle scuole tecniche che vedono diplomarsi periti e ingegneri “perché il Paese ne ha bisogno, altrimenti è finito”, il rettore che sprona la politica a occuparsi dell’impiego dei giovani. Due letture diverse ma complementari della situazione occupazionale dei ragazzi italiani tratteggiata da Romano Prodi e Ivano Dionigi nell’aula absidale di Santa Lucia comentando l’indagine di Almalaurea.
Non sono certo troppi i laureati in Italia. Anzi, “è una bestemmia” dirlo, commenta il rettore dell’Alma Mater di Bologna Ivano Dionigi. Piuttosto è “una tragedia che solo il 30%” dei giovani italiani “si iscriva all’Università”. Il rettore interviene alla presentazione dell’indagine Almalaurea sulla condizione occupazionale degli studenti. Nei confronti dei quali il mondo universitario sta facendo da “supplente”, secondo il rettore, al mondo della politica: “Credevamo che non fosse nostro dovere trovare lavoro agli studenti (per esempio con il Career day, ndr), che spettasse alla politica“. Quanto al consorzio Almalaurea “diversi ministeri farebbero bene utilizzalo più e meglio”, mettendo da parte anche le “gelosie”.
Dall’indagine – oltre 26mila i giovani intervistati a un anno dalla laurea – emerge che il tasso di occupazione è pari al 42% dei laureati triennali, in linea con la media nazionale, e il 57% dei magistrali. Più di uno studente su due sceglie di proseguire il percorso di studi con la laurea magistrale. Il 12% dei laureati triennali non lavorando e non studiando si dichiara alla ricerca di lavoro. Ha un lavoro stabile solo il 28% dei neolaureati: per gli altri l’impiego trovato è precario.
E’ a chi non ha nemmeno un impiego precario che pensa il numero uno regionale di Confindustria Maurizio Marchesini, intervenendo alla presentazione dell’indagine di Almalaurea. Con un messaggio preciso al governo Renzi: “Un taglio di 10 miliardi (al cuneo fiscale, ndr) da solo non è sufficiente. E’ utile se è un primo passo, e poi si farà qualcos’altro. Da solo non risolve il tema, è solo un’indicazione corretta verso una strada corretta”. Nemmeno il Jobs act, bandiera del nuovo governo, può bastare per Marchesini: “Sicuramente ha il merito di affrontare il problema, non si creda però che solo così si risolve il problema del lavoro”.
Per Romano Prodi il rilancio dell’industria e dell’economia italiana passa attraverso le scuole tecniche. “Voglio essere provocatorio: se facciamo l’esame di chi ci ha spinto allo sviluppo passato vediamo che sono stati i periti e gli ingegneri, mica gli economisti”, commenta l’ex numero uno della Commissione europea, che è a favore di una campagna mediatica per promuovere la scelta del percorso tecnico da parte degli studenti italiani. “Le tecnologie medie come la meccanica, in cui siamo ancora bravi nel mondo, hanno bisogno di questi uomini. Stiamo commettendo l’errore tragico di considerare la scuola tecnica una cosa di secondo piano, dove si mandano i ragazzi che non sono stati bravissimi”.
Invece, secondo Prodi, “bisogna dare un messaggio opposto: sono quelli che salveranno il paese nel futuro. E se necessario bisogna finanziarli, aiutarli anche economicamente. Bisogna dire a tutti i media, radio e televisioni: attenzione che senza queste persone il paese è finito“.