In Italia siamo troppo provinciali. Favorire mobilità di giovani ed imprese
Apc- Prodi: Italia “si vede poco” all’estero, siamo troppo provinciali
L’ex Presidente: Occorre favorire mobilità di giovani e imprese
Roma, 5 ott. (Apcom) – L’Italia “si vede poco” all’estero, perchè nel Paese si sta imponendo la tendenza a chiudersi in se stessi, mentre bisognerebbe favorire una maggiore mobilità dei giovani e delle imprese italiane sulla scena internazionale. Ad affermarlo è l’ex Presidente del Consiglio Romano Prodi, intervenuto oggi al convegno sugli aiuti all’Africa sub-sahariana organizzato dal Centro Studi Difesa e sicurezza, nelle vesti di professore presso la Brown University negli Stati uniti e della China Europe International Business School (Ceibs) di Shanghai.
Alla domanda su come sia vista l’Italia all’estero, l’ex premier afferma che “la si vede poco”. “Il giudizio non è positivo nè negativo” sul nostro Paese, ha precisato Prodi. Da noi “non c’è più questo senso di essere parte di un mondo che guida la storia.
C’è la tendenza a chiudersi in se stessi. Se vogliamo riprenderci, se vogliamo avere un ruolo, i nostri giovani devono avere la possibilità di operare in Cina, in Asia, in Africa.
Dovunque si stanno aprendo nuove prospettive”, ha aggiunto.
Apc-Prodi: Italia “si vede poco” all’estero, siamo troppo provinciali – 2
Bisogna fare i conti con la Cina, che “ha cambiato il mondo”
Roma, 5 ott. (Apcom) – Il ruolo marginale dell’Italia nel mondo si evince guardando alla politica di cooperazione italiana, per cui “l’Italia è in coda agli Stati europei per gli aiuti ai Paesi in via di sviluppo”. “Credo sia un fatto eticamente negativo – ha commentato l’ex Presidente del Consiglio – ma anche un elemento di provincialismo della nostra economia e della vita politica, che impedisce ai nostri giovani di essere attivi nel mondo e mette fuori gioco le nostre imprese dai grandi appalti internazionali”.
Prodi invita a guardare al nuovo quadro internazionale che si sta definendo in questi ultimi anni, con l’ascesa in Africa e nel mondo di “un nuovo protagonista, la Cina, unico Paese al mondo capace di esportare merci, capitali, manodopera, tecnologia”. “La Cina ha cambiato il mondo”, sottolinea, imponendo “una strategia innovativa di grande interesse” che punta tutto sulla “velocità di risposta” e di cui l’Occidente non sembra ancora aver capito la portata, ammonisce l’ex premier. La Cina rappresenta oggi “una realtà” e dipenderà solo da noi se questa si tramuterà in “minaccia o opportunità”.