Libia: perchè l’Italia deve assumersi la responsabilità del disastro fatto da altri?
Prodi: no a missione in Libia, il disastro l’hanno fatto Francia e Inghilterra
Non è l’Italia che si deve assumere la responsabilità
Genova , 4 mar. (askanews) – “La guerra in Libia l’hanno iniziata i francesi con gli inglesi. La guerra è stata un disastro, ha sfasciato il Paese e noi dovremmo assumerci la responsabilità del disastro fatto dagli altri? Nello stesso tempo dovremmo assumerci la responsabilità di una missione impossibile? Non è che si parli di poche migliaia di persone o di un’azione facilmente marciante verso il successo: se uno va con truppe di terra si tratta di una vera guerra. Mi domando se queste sono condizioni che un Paese come l’Italia può accettare”. Lo ha detto Romano Prodi questa sera a Genova a margine di un dibattito organizzato nell’ambito della terza edizione del festival della rivista di geopolitica Limes.
“Non vorrei -ha aggiunto l’ex premier- che ci fosse il discorso del ‘vai avanti tu’. Questo è il serio problema. Serve senso di responsabilità. Noi -ha concluso Prodi- siamo pronti ad un discorso di pace e ricostruzione del Paese ma solo quando ci sarà una situazione che lo permetta“. Fos/Int2
Prodi: chiunque va in Libia diventa nemico di tutto il popolo
“Senza richiamo totale del Paese guerra è ultima cosa da fare”
Genova , 4 mar. (askanews) – “La guerra è l’ultima cosa da fare. Il problema libico è di una società che si è sfrangiata con mille tensioni, tribù, bande armate diverse. O c’è una unità vera che ti chiama e allora vai ad aiutare a ricostruire lo Stato e la pace oppure chiunque vada è nemico di tutto il popolo libico“. Lo ha affermato Romano Prodi questa sera a Genova parlando di un possibile intervento militare in Libia a margine di un dibattito organizzato nell’ambito della terza edizione del festival della rivista di geopolitica Limes.
“Il problema della Libia -ha sottolineato l’ex premier- è di un Paese in totale dissoluzione. Per questo quando dico che non si può andare in guerra se non c’è un richiamo totale del Paese perché entrare in un Paese in dissoluzione con una forza armata significa radunare tutti contro di sé. Non credo che né l’Italia né qualcun altro possa permetterselo”.
Secondo Prodi, “serve un governo di unità nazionale che rappresenti veramente il Paese. Ho usato questa espressione -ha spiegato- perché nella mia conoscenza una parte delle tensioni sono oggi anche tra Tobruk e Tripoli. Occorre fare attenzione perché un governo rabberciato con parlamentari che non vanno e delle situazioni di continuo avanti e indietro darebbe poco affidamento. Occorrerebbe -ha aggiunto l’ex premier- che attorno al tavolo si mettessero non dico tutti i rappresentanti di tutte le 140 tribù ma almeno quelli che rappresentano davvero il Paese“.
Parlando dell’eventuale divisione della Libia in tre parti, Prodi ha poi dichiarato: “Non ne vedo almeno per ora la possibilità o la convenienza. E’ vero che queste tre regioni hanno una storia diversa ma ormai uno Stato unitario c’è da molto tempo e poi le divisioni sono anche interne a queste tre entità. Mi permetto -ha concluso- anche di essere sospettoso sul fatto che, in caso di divisione, potenze diverse potrebbero metterci la mano sopra”.
Libia, Prodi: felice per liberazione ostaggi italiani
“Chi li ha rilasciati ha capito necessità momento sollievo”
Genova , 4 mar. (askanews) – “Mi fa molto piacere che siano liberi. Certamente chi li ha rilasciati ha capito che era necessario avere un momento di sollievo, di rilassamento delle tensioni. Più di questo non so dire.
E’ difficile farmi un’idea non avendo le informazioni interne. Potrebbe essere stato semplicemente il calcolo che non si doveva andare troppo oltre”. Lo ha detto Romano Prodi questa sera a Genova commentando la liberazione dei due ostaggi italiani in Libia a margine di un dibattito organizzato nell’ambito della terza edizione del festival della rivista di geopolitica Limes.
Libia – Prodi al Tg3: Al momento no condizioni per intervento – 03 marzo 2016 from Romano Prodi on Vimeo.