Niente leadership senza responsabilità
«L’Europa nel tempo della confusione globale»: Lectio magistralis di Prodi
Articolo su Il Mattino del 22 novembre 2014
Formazione, ricerca, ambiente. Sono le tre parole chiave attraverso cui passa la rinascita del Paese e la ripresa dell’economia. E sono i tre pilastri della scuola di specializzazione in “Rigenerazione urbana e ambientale”, progettata dall’Università Telematica Pegaso e presentata a Roma nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Bonadies.
La scuola, diretta dal professore Alessandro Bianchi, si propone di formare studiosi, operatori, professionisti che operano nel campo delle azioni progettuali che riguardano la città.
Alla conferenza stampa erano presenti Romano Prodi e il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti. Quest’ultimo ha sottolineato la necessità di superare il modello di produzione industriale del novecento: “E’ stato vincente per molto tempo, ma ora non basta più perché consuma troppe risorse e produce troppi rifiuti. Non ce lo possiamo più permettere. Se continuiamo così perderemo intere zone del nostro territorio abitato e le conseguenze le pagheranno i nostri figli. Dobbiamo lasciare loro un ambiente migliore”.
Prodi: «Non si può creare leadership senza responsabilità». Così l’ex premier Romano Prodi parlando della Germania, nel corso di una lectio magistralis sull’Europa all’inaugurazione della scuola di specializzazione dell’università telematica Pegaso. Ma – osserva Prodi, che ricorda anche i rapporti con Germania e Francia (mentre «Merkel saliva, Sarkozy si accontentava della conferenza stampa, ed erano contenti tutti e due») – andiamo «di fronte ai problemi della storia, che sono molto complessi: in Germania nessuno osa nominare ‘leadership’»; rievoca «la dittatura, il riarmo», e così «diventa una leadership riluttante» che si riduce a parlare del 3%. E, avverte: «non si governa con l’aritmetica, si governa con la politica». Ecco, «il grande problema dell’Ue» è che «ci rifugiamo dentro l’aritmetica». Poi, conclude, «senza ripresa il malcontento e le tensioni non possono che crescere, e anche la Germania sta capendo che da sola non ce la può fare».
Il ministro Galletti. Stop condoni e rigenerazione del territorio. Due concetti, che più di altre volte, in questo momento il nostro Paese ha il «dovere morale» di comprendere e mettere in pratica. Questo il pensiero del ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti espresso all’inaugurazione della scuola di specializzazione. «Il vecchio modello di produzione, che è stato vincente per tutto il ‘900 e che usava molte risorse e produceva molti rifiuti, non ce lo possiamo più permettere – osserva Galletti – le alluvioni, che siano frutto o no dei cambiamenti climatici, nei prossimi anni ce ne avremo sempre di più e in modo più stabile».
«Io – afferma il ministro – non voglio far parte di una generazione che lascia un ambiente peggiore di quello che ha trovato». Per il prossimo futuro Galletti immagina che i tre settori su cui investire siano «formazione, ricerca e ambiente». Tre settori su cui puntare anche per «uscire dalla crisi in maniera diversa, più forti di prima».
Per questo per esempio è «prioritario il riuso del territorio, il riuso degli immobili, la rigenerazione delle periferie» tanto che «a chi rigenera le periferie si potrebbe anche dare degli incentivi». Poi, prosegue, serve una legge per fermare il consumo di suolo, che spero abbia il via libera entro la fine dell’anno. Infine, Galletti si sofferma sulla necessità della «diffusione di una cultura ambientale».