Paese si salva con lotta all’evasione. C’e’ profonda differenza fra questa manovra e la nostra Eurotassa
Manovra: Prodi, Paese si salva con lotta a evasione fiscale (Radio24)
Nessun punto contatto tra eurotassa e contributo solidarieta’
Articolo su Il Corriere della Sera del 16 agosto 2011
Milano, 16 ago – “La ricetta per salvare il Paese? Passa per la riduzione drastica dell’uso dei contanti e per l’incremento della tracciabilita’“. Ne e’ convinto Romano Prodi, che lo ha ribadito a 24 Mattino su Radio 24.
“Se non mettiamo mano alla lotta all’evasione fiscale, nonostante la manovra, tra tre anni ci troviamo nella stessa situazione”. Secondo Prodi, occorre “utilizzare l’elettronico in modo feroce, e’ l’unica via per andare avanti.
Ricordiamoci che la democrazia si difende con le ricevute e le ricevute moderne sono un sistema elettronico che controlla quanto si spende e quanto si ricava e lascia la tracciabilita’. Se noi non abbiamo il coraggio di far questo, il Paese sara’ sempre un Paese disastrato“.
Romano Prodi ha poi commentato a Radio 24 il malcontento suscitato dal testo della manovra: “La manovra, per definizione, vuol dire pesare di piu’ sulle tasche degli italiani e dare meno benefici. Pero’ il problema e’ come lo si fa“.
A quanti avessero fatto un parallelo tra il sacrificio richiesto Prodi a tutti gli italiani per entrare nell’area Euro e la manovra di questi giorni, l’ex capo della Commissione Europea, ha risposto: “Non ci sono punti di contatto tra il contributo di solidarieta’ di questa manovra e la tassa per l’Europa del Governo Prodi. C’e’ una profonda differenza.
La nostra, allora era una gara per la promozione, noi per entrare nel club dell’euro dovevamo arrivare al 3% del deficit. Era un governo che lavorava insieme, in modo collettivo. Abbiamo fatto mille conti. E, se noi fossimo entrati subito, si sarebbero abbassati i tassi d’interesse.
Mi ricordo benissimo le lunghissime discussioni fatte con Ciampi, Andreatta, Napolitano prima di annunciare la manovra. C’era una squadra. Facevamo ore e ore di simulazioni con i funzionari.
Qui invece ognuno ha la sua tesi e ognuno ha un’opinione diversa in seno alla maggioranza. Ognuno mette un pezzo di veto e quello che ci rimane e’ un pezzettino di decisione che non puo’ risanare un paese.
Noi abbiamo deciso di introdurre immediatamente questa tassa perche’ l’avremmo potuta restituire. Cosi’ e’ avvenuto, i tassi d’interesse si sono abbassati e in tre anni abbiamo restituito i due terzi dell’imposta com’era stato stabilito.
In questa maggioranza invece ognuno ha la sua voce. Proprio questa divisione e’ stata l’elemento scatenante della speculazione contro l’Italia. “La speculazione – ha spiegato il professore sempre a Radio 24 -fa come gli Orazi e i Curiazi, prende quello piu’ debole e lo infilza.
In quel momento l’Italia si presentava come estremamente debole. Non c’era un politica economica, non si sapeva dove stesse andando”.
Infine alla domanda “Se venissimo a intervistarla l’anno prossimo, dove dovremmo andare a Roma, a Bruxelles, a New York?” Prodi ha concluso a Radio 24: “Saro’ sempre qui nell’Appennino reggiano”. Com-Rro 16-08-11 15:16:07 (0179)news,PA 5