Il piano Juncker va nella direzione giusta, ma è del tutto inadeguato
Ue: Prodi, ruolo fondamentale Germania ma leadership comporta responsabilità
(Il Sole 24 Ore Radiocor) – Roma, 06 novembre – Prodi ha iniziato il suo intervento al convegno ‘Dove va l’Europa?’ organizzato dall’Accademia dei lincei parlando di una “Europa delle occasioni perdute” con una “completa differenza” tra realta’ e prospettive politiche e, ricordando il processo di costruzione europea, ha rilevato che “i grandi risultati storici hanno bisogno di futuro se no vengono nullificati.
Pochi politici europei oggi guardano al futuro” a differenza di quando si e’ arrivati alla moneta unica cui si pensava avrebbero fatto seguito “passo per passo” il coordinamento finanziario e della politica economica. Oggi “non c’e’ piu’ la speranza per il futuro, e’ questo il dramma” e “agli anni della speranza sono seguiti gli anni della paura“. Un problema “eminentemente politico” che impedisce anche all’Europa di assumere un ruolo internazionale.
Prodi, che ha difeso il sistema di welfare costruito dall’Europa, ha sottolineato ancora che adesso la “pagella” il “giudizio sui compiti fatti” vengono “non piu’ da una autorita’ ma da una persona sola e io ritengo – ha aggiunto – che le riforme fatte in Spagna non sono cosi’ avanti come quelle realmente fatte dall’Italia sul mercato del lavoro.
Ma la pagella e’ fatta da una nuova gerarchia di valori. Ma – ha concluso – per una Europa unita e solidale si deve tener conto di interessi e problemi complessivi che la crisi ha reso drammatici e gravi e la cui soluzione non puo’ essere rinviata a lungo” . In questa Europa la Germania ha un “ruolo fondamentale” ma “serve una leadership con responsabilita’”.
Prodi ha ricordato la situazione dell’Europa dopo la seconda guerra mondiale, quando fu varato il piano Marshall ed ha sottolineato che “di fatto il problema della leadership va assolutamente collegato con l’assunzione di responsabilita‘ verso i Paesi periferici.
Ci sono – ha aggiunto – problemi nuovi che si pongono” e “le regole di politica economica devono tenere conto degli interessi collettivi” e “la Germania – ha concluso – ha la forza per fare questo”
Ue: Prodi, piano Juncker in giusta direzione ma del tutto inadeguato
(Il Sole 24 Ore Radiocor) – Roma, 06 novembre – Il piano di investimenti da 300 miliardi in tre anni preannunciato dal neo-presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, “e’ indubbiamente interessante” e va “nella giusta direzione ma e’ del tutto inadeguato dal punto di vista quantitativo”. Lo ha detto Romano Prodi intervenendo alla Conferenza sullo Stato dell’Unione dell’Accademia dei Lincei.
Prodi ha ricordato che gli Usa e la Cina hanno varato contro la crisi piani dell’ordine di 800 miliardi “in un solo giorno”. “Spero almeno – ha aggiunto – che i 300 miliardi vadano su un piano per l’energia, le infrastrutture, le telecomunicazioni di cui c’e’ urgente bisogno, ma vedo tempi molto lenti“.
Crisi: Prodi, siamo in stagnazione, occorre cambiare rotta
(Il Sole 24 Ore Radiocor) – Roma, 07 novembre – “Siamo in stagnazione“. Cosi’ Romano Prodi risponde ad una domanda sul rallentamento dell’economia europea prospettato ieri del presidente della Bce, Mario Draghi. “L’Europa – rimarca – e’ in questa situazione ed e’ un pezzo che suoniamo l’allarme, occorre raccoglierlo e cambiare rotta, serve la ripresa”.
Prodi, interpellato a margine dei lavori del convegno ‘Dove va l’Europa?’ organizzato dall’Accademia dei lincei, ha sottolineato che “se la crisi dura ancora e’ molto difficile mantenere la rotta dell’Europa nella giusta direzione. E’ una situazione difficile e tutti se ne devono rendere conto”, ribadendo la necessita’ che la Germania accompagni il suo ruolo di leadership con la responsabilita’.
Prodi, ad anni della speranza sono seguiti anni della paura
(ANSA) – Roma, 7 novembre – “Agli anni della speranza sono seguiti gli anni della paura”. Lo dice Romano Prodi nel corso del convegno ‘Dove va l’Europa’, organizzato a Roma dall’Accademia dei Lincei. “C’e’ un problema di cambiamenti, di fatti che sono avvenuti: l’indebolimento del ruolo politico della Francia, lo sbilanciamento in favore della Germania che cambia tutte le prospettive dell’Europa stessa, poi c’e’ il problema della Gran Bretagna”.
“Quando un paese decide di fare un referendum – prosegue Prodi – se far parte di un ‘club’ o meno, in quel momento tutti gli altri paesi che si raggruppavano intorno a quel paese vengono disorientati. La Gran Bretagna si auto emargina con una rapidita’ estrema dalla Ue e i paesi baltici, la Svezia, etc. allora si raggruppano in modo spontaneo intorno alla Germania. Questa e’ la realta’ nuova dell’Europa. Quindi il problema e’ evidentemente politico. E il problema in questa situazione politica cambiata comporta la necessita’ del riconoscimento di un’autorita’ condivisa”.