Se l’Europa non aiuta concretamente il risveglio economico dell’Africa, sarà una tragedia
Romano Prodi ospite di Gazebo come esperto di immigrazione. Zoro fa educazione satiricivica
La puntata di Gazebo di giovedì 3 ottobre 2013 sulla strage di Lampedusa (tvblog)
Per una Rai che stravolge la regolare programmazione a causa del lutto nazionale, un programma di satira come Gazebo è riuscito ad andare in onda con un’edizione davvero speciale. Zoro è stato in grado di affrontare la tragedia di Lampedusa con un approccio critico non usuale per la tv di stato, dimostrando a RaiTre di essere la persona giusta per fare la striscia quotidiana sul pezzo (ecco perché la domenica gli stava stretta).
Nell’anteprima di Gazebo il conduttore ha dato voce al Professore Romano Prodi, oggi inviato speciale dell’Onu nel Mali e nel Sahel:
“Una persona competente che voi tutti conoscete. Buonasera Professore. Noi avremmo parlato con lei di un sacco di cose in passato e invece ci troviamo a parlare di questa cosa oggi. Oggi a Bologna lei ha detto che per l’immigrazione ci vuole una politica di lungo periodo. Oggi ce ne siamo accorti perché il numero è particolarmente alto. Non sono 13 morti… (si riferisce ai morti di qualche giorno fa a Ragusa, ndr) Quanto dev’essere lungo questo periodo e nel breve periodo cosa si fa?”.
Intervista a Prodi – RAI Gazebo – 3 Ottobre 2013 from Romano Prodi on Vimeo.
“Per forza, è un problema così grande che noi non abbiamo un’idea della sua grandezza. In genere emigrano vicino la loro regione o all’interno di questi grandi Paesi e poi però più vanno le comunicazioni al mondo, più il mondo diventa uno, più cominciamo ad avere le emigrazioni da un continente all’altro. Noi siamo vicino alla zona più calda del mondo, che è il continente africano. Il nostro dramma viene dall’Africa, un miliardo di persone, saranno 2 miliardi entro il 2050. L’età mediana è di 18 anni nel Mali. Tanti hanno meno di 18 anni. Pensate a quest’enorme quantità di giovani che non ha da mangiare. E’ la grande striscia sotto il Deserto del Sahara, che va dal Senegal all’Eritrea. La parte centrale è fatta di cinque Paesi poverissimi, Mauritania, Ciad, Burkina Faso, Mali e Niger. Se un’area si sviluppa, invece, l’emigrazione avviene all’interno. Pensiamo che nella prossima generazione andranno dalle campagne alla città in Cina 310 milioni di persone. Se non ci fosse uno sviluppo di questo tipo l’emigrazione andrebbe all’esterno”.
Prodi ha anche proposto speranze concrete. per arginare le perdite umane legate a una cattiva gestione dell’emigrazione:
“L’Africa è ancora poverissima, ma da 7-8 anni comincia a muoversi. E’ la prima volta nella storia che noi abbiamo uno sviluppo africano del 4-5% l’anno. Se ci buttiamo energie nello spazio di 25-30 anni possiamo avere qualcosa di buono. Però non con i mezzi scarsi che vi sono adesso, ma con un risveglio economico di tutta l’area”.
Zoro gli ha citato la legge Bossi Fini interpellandolo anche sulla normativa europea:
“Di fatto Lampedusa è lasciata sola. E’ la prima cosa europea che un immigrato vede. Cosa può fare l’Europa?”.
“L’Europa in teoria può fare moltissimo, ma quando spinge a un accordo i Paesi si ritirano. L’Europa sinora si è ritirata dal fare regole comuni riguardo questo grande problema e dal mettere insieme le risorse necessarie. La tragedia vera di questi morti è che non si sa chi sono, dove seppellirli. C’è incertezza se siano profughi politici, affamati o gente in cerca di una vita diversa”.