Gli USA rischiano di provocare una nuova guerra fredda: occorre un accordo con la Russia

Prodi: l’Europa sta sbagliando «Abbiamo bisogno della Russia»
«Gli Usa credono di avere di nuovo di fronte l’Urss. Rischi di derive militari»

Intervista di Lorenzo Bianchi a Romano Prodi su Quotidiano Nazionale del 22 ottobre 2016

A Verona Lei ha detto che in certi ambienti l’attuale rapporto con la Russia suscita un rimpianto della guerra fredda. Professor Romano Prodi, stiamo sbagliando tutto?

“Stiamo sbagliando molto e gli errori non sono solo nostri. Anche la Russia ha una grande responsabilità. Sostanzialmente non abbiamo capito la storia e cioè che nel mondo globalizzato la Russia ha bisogno dell’Europa e l’Europa ha bisogno della Russia”.

In che senso?

“Mosca non può avanzare nel processo di diversificazione della sua economia dal petrolio e dalle materie prime per approdare a una struttura moderna di industrie e di servizi se non ha un rapporto stretto con l’Europa. Con il montare delle tensioni reciproche abbiamo fatto in modo che, adagio adagio, la Russia si stia spostando verso la Cina. Io non credo però che questo rapporto possa andare fino al completamento estremo. La Russia probabilmente finirebbe nelle mani della Cina”.

L’attrito più forte è sull’Ucraina.

“Per interessi di politica interna sia gli Stati Uniti sia la Russia l’hanno trasformata da ponte a campo di battaglia. E’ il più grande errore che si possa fare. Anche per le forti migrazioni dai Paesi Baltici dall’Ucraina e dalla Polonia ormai gli Usa hanno un rapporto psicologico e politico con la Russia simile a quello dei tempi dell’Unione Sovietica. Putin è ossessionato dalla presenza della Nato ai propri confini. Sarebbe necessario un equilibrato passo indietro”.

Ha in mente qualche precedente?

“Vorrei ricordare che nel 2008, nell’ultimo giorno del mio governo, in occasione del Consiglio della Nato di Bucarest l’Italia assieme alla Francia e alla Germania votò contro l’ingresso nell’Alleanza della Georgia e dell’Ucraina. Ribadimmo allora che la Nato è indispensabile, ma anche che nella storia della politica mondiale le zone-cuscinetto sono sempre servite a evitare guai e incidenti”.

Ora si è aggiunto il disastro della Siria.

“In Ucraina gli attori sono gli Stati Uniti e la Russia e l’Europa gioca di riflesso. Anche in Siria la pace è impossibile senza l’accordo fra Russia e Stati Uniti, ma quell’intesa è una condizione necessaria, ma non sufficiente. Lì sono entrati in gioco altri attori come la Turchia, l’Arabia Saudita, l’Iran, i curdi. Pur essendo in un’ infinita maggiore debolezza rispetto agli Usa, di gran lunga la potenza militare più forte del mondo, la Russia ha un grande vantaggio strategico. Il nemico comune è l’Isis, ma la Russia è alleata di Assad, l’unico che posside un esercito capace di intervenire nell’area. Le guerre, come si sa, si vincono con gli scarponi sul terreno e non solo con gli aerei e con i droni. La Russia ora si trova ad essere estremamente più forte sul terreno e difende la sua base navale in Siria”.

C’è il pericolo di un conflitto mondiale?

“Nessuno ha interesse a spingere il rischio oltre un certo limite. L’analisi politica più raffinata è quella di Papa Francesco. Penso alla sua frase sulla guerra mondiale a pezzi ossia sui tanti focolai che, a mio parere, non possono condensarsi in un conflitto globale, ma che, tuttavia, portano morti, dolore, danni … certamente c’è una specie di gioco di provocazione continua da tutte e due le parti. Aerei che sorvolano il nostro territorio, navi russe che seguono quelle americane e viceversa, i soldati della Nato che vanno a fare esercitazioni ai confini della Russia. C’è una sorta di via libera ai militari. Non si intravede un disegno politico, ma una serie di decisioni sparse. E’ pericoloso. Possono capitare incidenti”.

In ogni caso la Ue non ha approvato un ulteriore inasprimento delle sanzioni contro Mosca. Per il nostro interesse nazionale sono già molto dannose così come sono.

“Avvengono strane cose. La Germania, che voleva approfondirle,  ha concluso con la Russia un accordo economico di importanza fondamentale sul gasdotto North Stream. Noi non possiamo esportare le nostre mele o il nostro formaggio in Russia, ma fra Berlino e Mosca c’è questa incredibile intesa che porterebbe la quasi totalità dell’energia della Russia all’Europa passando per la Germania. C’è una frammentazione europea impressionante della quale la Russia non può non approfittare”.

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Dati dell'intervento

Data
Categoria
ottobre 22, 2016
Interviste