Ius soli: approvarlo è questione di buon senso
Ius soli. Prodi: “Approvarlo è questione di buon senso”
Intervista a Romano Prodi su Radio Città del Capo del 18 ottobre 2017
Bologna, 18 ott. – La legge di riforma della cittadinanza che introduce i criteri dello ius soli temperato e dello ius culturae, in attesa della definitiva approvazione del Senato, è “una legge molto prudente e saggia“. A dirlo è l’ex presidente del Consiglio Romano Prodi. “E’ una legge che non prevede l’automatismo come quella americana- spiega il Professore – e il riconoscimento della cittadinanza è subordinato al fatto che il genitore abbia un permesso di soggiorno definitivo e ad un percorso di studi”.
Approvare la riforma, quindi, è necessario. Anche se, come spiega Prodi, non è semplice: “Mi preoccupa come la discussione sia stata portata su aspetti che hanno nulla a che fare con la legge“. Questa legge, che riconosce “l’essere italiano a chi è già italiano, chi ha fato la scuola qui, chi tifa le nostre squadre”, è un fatto di buon senso, secondo Prodi.
“Ritengo lo ius soli un fatto naturale in tutti i paesi di immigrazione come l’Italia” dice il Professore che ricorda come, nella scorsa estate, abbia incontrato alcuni ragazzi della bassa reggiana: “Interloquivano in dialetto, non in italiano, in dialetto, dimostrando un alto grado di appartenenza alla comunità. Inoltre, i migliori di questo gruppo che ho visto se ne partivano per emigrare a Glasgow o in Germania”.
Il problema principale, che è anche il principale ostacolo all’approvazione della legge di riforma, sta nella piega che ha preso il dibattito politico. “E’ diventato un problema di tipo elettorale– dice Prodi-; chi ha tutto l’interesse a far crescere la paura si scaglia contro lo ius soli e riceve applausi”.
Di questo clima sono, “siamo”, responsabili tutti: i politici che hanno l’interesse a lucrare elettoralmente sulla paura degli stranieri, i giornalisti che hanno alimentato l’equivoco legando lo ius soli agli sbarchi dei migranti e soffiando sulla paura, e i cittadini.
“I partiti politici– dice Prodi- quando hanno paura di perdere i voti, perdono la bussola. Anzi- incalza amaro il Professore- forse perdono la bussola e forse non perdono i voti”. La cornice che delinea Prodi è lucida quanto desolante: “Il problema è il cambiamento della natura stessa della nostra democrazia. Si sono accorciati i tempi e si pensa solo alle elezioni che avvengono sempre in un tempo vicino.
Per prendere decisioni come queste (la legge sullo ius soli, ndr) bisogna avere il senso del futuro, e la politica, onestamente non solo da noi, ha solo il senso del presente”.
Se alla fine lo ius soli non fosse approvato, a venire sconfitta non sarebbe solo “l’umanità, la solidarietà”: “Io dico il buon senso, è sconfitto il senso della realtà, di come stanno le cose. Sono qui da anni, sono perfettamente cittadini italiani”.
A chi poi propone di aggiungere, per i richiedenti la cittadinanza, un esame di conoscenza della Costituzione italiana, Prodi risponde ironicamente: “Io dico possiamo anche farlo, però forse dovremmo escludere metà dei cittadini italiani dalla cittadinanza stessa”.