Il piano per il Sahel: 20 miliardi di dollari in 3 anni per aiutare 20 milioni di persone
L’ONU e partner lanciano un piano umanitario triennale per aiutare il Sahel
Occorrono 2 miliardi di dollari per assistere oltre 20 milioni di persone a rischio di insicurezza alimentare
(FAO – Roma) 3 febbraio 2014 – Le Nazioni Unite e altri partner umanitari hanno lanciato oggi un Piano Strategico Regionale di Risposta della durata di tre anni, per fornire aiuto a milioni di persone in nove paesi della regione del Sahel, in Africa. Il piano mira a mobilitare dai donatori internazionali per il 2014 iniziali 2 miliardi di dollari.
Circa 20 milioni di persone sono attualmente a rischio di insicurezza alimentare nel Sahel e 2,5 milioni di loro hanno bisogno con urgenza di assistenza alimentare salvavita. Si stima che circa 5 milioni di bambini sotto i cinque anni nel 2014soffriranno di malnutrizione, e che circa 1,5 milioni di loro saranno in condizioni di malnutrizione acuta. La violenza e l’insicurezza hanno costretto 1,2 milioni di persone a fuggire dalle proprie case, creando una crisi per l’enorme numero di sfollati e rifugiati.
“Più persone che mai sono a rischio nel Sahel e la scala dei loro bisogni è così grande che nessuna agenzia o organizzazione può affrontarli da sola“, ha dichiarato la Coordinatrice dei Soccorsi d’emergenza Valerie Amos. “Il piano strategico per la regione ci aiuterà a raggiungere milioni di persone e fornire loro assistenza vitale, costruire la loro capacità di ripresa e salvare vite umane.”
La strategia prevede programmi nazionali per 9 paesi: il Burkina Faso, il Camerun, il Ciad, il Gambia, il Mali, la Mauritania, il Niger, la Nigeria e il Senegal. Il piano punta a partnership con i governi e con altri partner per lo sviluppo, una prospettiva regionale ed un arco di tempo pluriennale per affrontare meglio le cause croniche delle crisi ricorrenti.
“La nostra priorità è garantire che gli agricoltori nel Sahel abbiano una positiva stagione di semina nelle prossime settimane, fornendo con urgenza input agricoli,” ha affermato il Direttore Generale della FAO José Graziano da Silva. “Ma la nostra responsabilità è anche quella di fare in modo che un periodo siccità non porti a un’altra crisi umanitaria di grandi proporzioni”. “Insieme ai governi nazionali e agli altri partner, stiamo lavorando per costruire una capacità di resistenza e risposta delle popolazioni del Sahel con la produzione di varietà di sementi di qualità, riabilitando i terreni agricoli degradati, preservando l’acqua piovana e sostenendo l’irrigazione su piccola scala.”
La crescita della popolazione nella regione sta superando il leggero aumento della produzione alimentare del 2013 e la mancanza di accesso al cibo è aggravata da prezzi elevati nella maggior parte dei mercati.
“La situazione richiede una risposta umanitaria urgente e su larga scala in quasi tutti i paesi del Sahel”, ha detto Kristalina Georgieva, Commissaria Europea per la Cooperazione Internazionale, gli Aiuti umanitari e la Risposta alle crisi. “La Commissione europea nel 2014 darà 142 milioni di euro in aiuti umanitari. Ma sono necessari al più presto altri contributi da donatori internazionali per soddisfare i bisogni fondamentali delle popolazioni del Sahel”.
Presenti a Roma in occasione del lancio presso la FAO del Programma Romano Prodi, Inviato Speciale delle Nazioni Unite per il Sahel; Amir Abdulla, Direttore delle Operazioni e Vice Direttore Esecutivo del Programma Alimentare Mondiale (PAM), Nancy Lindborg, Vice amministratore per l’Ufficio per la Democrazia, i conflitti e l’ assistenza umanitaria di USAID; e Robert Piper, Coordinatore Umanitario regionale per il Sahel.
L’appello per il Sahel del 2013 che chiedeva 1,7 miliardi dollari è stato finanziato solo per il 63%.