La politica muscolare di Trump è pericolosa: non sa come gli altri reagiranno

Usa tra Cina e Russia – La prova di forza come nuova diplomazia

Articolo di Romano Prodi su Il Messaggero del 16 aprile 2017

Ci sarebbero tante cose a noi vicine su cui riflettere: dalle difficoltà nell’adempiere agli obblighi europei fino ai complessi nodi di fronte ai quali si trova il nostro paese riguardo al salvataggio dell’Alitalia, alle decisioni sull’Ilva, al necessario via libera per il gasdotto Tap fino agli approfondimenti sulla poco comprensibile fusione fra Anas e Ferrovie.

Nel giorno di Pasqua è tuttavia nostro dovere dimenticare per un poco le miserie di casa nostra per cercare di riflettere sul grande problema della Pace nel mondo.

Troppi avvenimenti si sono infatti succeduti in pochi giorni: dai missili americani lanciati sull’aeroporto siriano di Al Shayrat  alle tensioni crescenti nei confronti fra Mosca e Washington, al braccio di ferro fra Cina e Stati Uniti sulla Corea del Nord, alla madre di tutte le bombe lanciata dagli americani in Afghanistan, ai sanguinosi eccidi dei cristiani in Egitto fino ai naufraghi del mediterraneo, riguardo ai quali le decine o le centinaia di morti non solo non fanno più storia ma, ormai, non fanno nemmeno notizia.

I Tomahawk sull’aeroporto siriano hanno ottenuto quello che volevano, cioè il ritorno del protagonismo americano nel fronte siriano ma hanno ovviamente portato ad un precipitoso peggioramento dei rapporti fra la Russia e gli Stati Uniti. Camminando in direzione opposta rispetto a quanto era apparso in campagna elettorale, le relazioni fra le due potenze hanno infatti raggiunto il punto più basso degli ultimi anni, con asprezze quasi imbarazzanti e con il ritorno di vecchie tensioni all’interno del Consiglio di Sicurezza.

Poche ore dopo l’intervento in Siria la flotta americana è partita ad armi spiegate verso la Corea del Nord, mostrando in tale modo i muscoli anche nel teatro asiatico. Qui le cose sono ancora più complicate perché gli Stati Uniti assistono ad un progressivo raffreddamento da parte dei paesi amici e possono ora contare ciecamente solo sul Giappone e la Corea del Sud.

Trump  è inoltre ben consapevole che la Corea del Nord è totalmente dipendente dal governo cinese: il paese di non può resistere a lungo se la Cina non lo fornisce di tutte le cose necessarie per sopravvivere, dal cibo alle fonti di energia fino alle telecomunicazioni.

Trump sa tuttavia altrettanto bene che i cinesi non abbandoneranno mai i pur petulanti amici nordcoreani  se non riceveranno cospicue concessioni da parte degli Stati Uniti che, a loro volta, non sono in grado di imporre nulla alla Cina senza pagarne il relativo prezzo. Non penso quindi a un conflitto nucleare ma a un lungo negoziato, ora palese ora nascosto, nel quale la Cina si impegnerà a rendere un po’ più difficile la vita a Kim Jong-un e gli Stati Uniti saranno meno drastici nei confronti delle importazioni dalla Cina che tanto pesano sulla bilancia commerciale e sui posti di lavoro degli Stati Uniti.

La terza prova muscolare della settimana si è infine materializzata nella bomba sganciata dagli Stati Uniti in Afghanistan contro l’Isis. Si tratta di una bomba particolare, scoppiata ancora prima di di toccare il suolo e di dimensioni tanto spaventose da essere chiamata la Madre di tutte le Bombe. Essa è capace di portare la sua forza distruttiva fin nel profondo sottosuolo dove l’Isis ha posto le sue più efficaci difese. Gli esperti dicono che bombe di questo tipo, anche se di minori dimensioni, sono già state ampiamente sperimentate e aggiungono che i russi ne possederebbero alcune ancora più devastanti.

Dal punto di vista politico l’elemento di maggiore importanza non è quindi il fatto che gli americani l’abbiano fatta esplodere ma che ne abbiano diffuso la notizia in tutto il mondo con un’impressionante eco mediatica.

Siamo cioè entrati in una fase di politica muscolare globale nella quale gli Stati Uniti vogliono rapidamente ripristinare i rapporti di forza che vi erano al mondo quando è caduta l’Unione Sovietica.

Una politica muscolare che, prevedibilmente, proseguirà anche nel futuro. Una politica che costituisce un gioco estremamente pericoloso: nessuno infatti sa quando gli altri reagiranno e, soprattutto, come reagiranno, anche se Trump conta di ripetere quanto riuscì a Reagan quando fece cadere l’Unione Sovietica. Il quadro è tuttavia molto diverso da quello di allora: la Russia è profondamente radicata in Medio Oriente e in Ucraina e la progressiva ascesa della Cina sta cambiando le regole del gioco non solo in Asia ma in tutto il pianeta. E ancora più le cambierà in futuro.

Stiamo quindi vivendo in un mondo nel quale le prove di forza e i confronti fra le grandi potenze proseguiranno per un lungo prevedibile futuro mentre, altrettanto a lungo, proseguirà il disinteresse per coloro che vengono uccisi nelle chiese o nel fondo del mare. Per questo motivo abbiamo bisogno di farci tanti auguri di Buona Pasqua, nella speranza che si possa un giorno reagire all’assuefazione di fronte a queste tragedie e si possa uscire dal quadro così preoccupante in cui oggi viviamo.

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Dati dell'intervento

Data
Categoria
aprile 16, 2017
Articoli, Italia