Un’etica per guidare l’innovazione e gestirne le conseguenze
La due giorni per i Premi MIT under 35 a Bologna
“Un’ etica per l’ innovazione”
Prodi: “Prestare attenzione alle implicazioni economiche della tecnologia”
Articolo di Giorgio Costa su Il Sole 24 Ore del 10 maggio 2016
Grandi potenzialità di compiere funzioni di straordinaria utilità, enormi rischi per la imprevedibilità delle conseguenze pratiche e delle disuguaglianze sociali e di reddito che l’ innovazione porta con sé. E anche per il fatto che in Cina non c’ è alcun limite alle sperimentazioni sul Dna umano.
Sono proprio questi i grandi poli tra i quali oscilla l’ innovazione e che l’ economista ed ex premier Romano Prodi ha messo in luce ieri sera presso la Bologna Business School consegnando a due giovani ricercatori iraniani attivi in Italia il premio speciale messo in campo dalla Mit Technology Review Italia, la “sezione” italiana delle rivista della prestigiosa università americana.
Amin Boroomand e Sogol Sheydaei hanno, rispettivamente, messo a punto un database degli errori che sono stati causa del fallimento di alcune invenzioni allo scopo di creare un luogo virtuale di discussione e confronto che consenta di evitare ad altri ricercatori gli stessi fatali inciampi e una app per Android, Overcome, che attraverso un questionario iniziale, permetterebbe di attivare rapporti interpersonali con alta “affidabilità nel tempo” prevedendo dinamiche emozionali su dati verificabili ma anche inviando ai clienti opportuni consigli e suggerendo anche contatti con centri di consulenza psicologia collegati destinata a chi voglia superare il trauma di un legame sentimentale finito.
“Le nuove tecnologie, per le quali il lavoro dei giovani è fondamentale -ha ribadito Romano Prodi – ci impongono di prestare molta attenzione alle implicazioni economico-sociali da una parte ed etiche dall’ altra”.
Sotto il primo aspetto, infatti, ha ricordato Prodi le innovazioni stanno portando a una pericolosa divaricazione tra reddito e ricchezza del mondo ed è per questa ragione “che l’ innovazione va guidata verso nuove strade che tengano conto della ripartizione della ricchezza”. Ma senza che gli aspetti etici vengano per secondi. Anzi. A preoccupare Romano Prodi e la comunità scientifica internazionale è il fatto che i Paesi più sviluppati al mondo abbiamo posto un freno alla manipolazione del Dna quando essa venga applicata agli esseri umani. “Un divieto – ha sottolineato Prodi – che però non esiste in Cina e questo apre a rischi di grande portata, naturalmente senza sottovalutare le grandi potenzialità della ricerca sotto il profilo delle cure alle patologie più complesse”. Ma, spiega Prodi, se la manipolazione del Dna avvenisse per cambiare a bassissimo costo le caratteristiche fisiche degli esseri umani utilizzando il Crispr (acronimo che indica il nome attribuito a segmenti di Dna contenenti brevi sequenze ripetute) il rischio sarebbe enorme per la specie umana.
Così come occorre fare molta attenzione al deep learning, cioè alle sperimentazioni nel campo di ricerca dell’ apprendimento automatico e dell’ intelligenza artificiale che, di fatto, consentono ai robot di svolgere funzioni sempre più complesse.
“Ne esce – ha spiegato Prodi – un’ intelligenza artificiale che non è più solo uno strumento per eseguire ordini pre-programmati ma che è in grado di costruire risposte deducendole dalle osservazioni dei segnali provenienti dall’ ambiente esterno”. A questo punto, ha concluso Prodi, deve essere la politica a determinare i limiti della sperimentazioni possibili per contrastare l’ imprevedibilità delle conseguenze”.
Un messaggio che si salda idealmente, e non solo, con quello che poco prima il professore aveva lanciato, sempre da Bologna, ricordando la figura di Beniamino Andreatta, presentando, insieme a Enrico Letta, il numero speciale della rivista “Arel” che raggruppa un’ ampia e accurata selezione dei discorsi e degli scritti politici dell’ economista scomparso nel 2007.
E se Letta ha sottolineato la lungimiramza di Andreatta quando sosteneva che la politica “non può e non deve rincorrere l’ effimero”, Prodi ha ribadito la validità del metodo Andreatta “che ha sempre posto ampi e documentati studi alla base del suo agire politico e istituzionale”.
E oggi, tornando alla Mit Technology Review Italia, saranno premiati i dieci innovatori italiani under 35. I campi di interesse dei giovani innovatori italiani vanno dalla biotecnologia ai nuovi materiali, dall’ hardware all’ energia, dalla mobilità alla comunicazione digitale. L’ aspetto originale della manifestazione di quest’ anno, è stato l’ aver offerto ai 10 giovani innovatori, una possibilità di dialogo con aziende(Datalogic, Ducati, Electrolux, Worgas Group, Accenture, Digital Maps, Engineering, Vem Sistemi, Horsa, Hspi Chiesi Farmaceutici, Gambro Dasco – Gruppo Baxter, Technogym, Amplifon, Kedrion) selezionate dalla Bologna business school come nursing companies.
A Bologna da ieri va in scena il futuro con l’ assegnazione dell’ annuale premio “Giovani Innovatori Italia 2016” a 10 giovani ricercatori italiani. L’ iniziativa promossa e organizzata dalla MIT Technology Review Italia è strettamente connessa con Innovators Under 35 della MIT Technology Review USA.
L’ Italia è stato il primo Paese, dopo gli Stati Uniti, a realizzare questa iniziativa presente oggi in 12 Paesi del mondo. L’ edizione 2016 si arricchisce di un premio speciale, il Mit Technology Review Under 35 Iran, che è stato consegnato ieri dal professor Romano Prodi ad Amin Boroomand e Sogol Sheydaei.
Il premio speciale a due iraniani
Amin Boroomand, 27 anni, è un ricercatore iraniano che lavora a Bologna. Il suo progetto è dedicato alla messa in Rete degli errori commessi dai ricercatori e causa del fallimento delle invenzioni. Scopo del progetto è cercare di evitare che altri studiosi incorrano negli stessi inciampi. La giovane ricercatrice iraniana di 25 anni, Sogol Sheydaei, che vive a Roma, ha messo a punto Overcome, app per Android destinata a cambiare la vita delle persone che vogliano accelerare il processo di separazione e “guarigione” dopo un rapporto fallito.
Il premio agli italiani
Oggi alle 12.30, sempre nella sede della Bologna Business School la premiazione dei 10 giovani innovatori italiani. I premiati sono, in ordine alfabetico: Andrea Carcano (32 anni, di Varese), Giorgio Dell’ Erba (29, Bari), Carlo Giorgi (34, Milano), Manuele Francesco Lupo (34, Agrate Brianza), Kristen Martinelli (28, Bologna), Francesco Rieppi (29, Milano), Domenico Schillaci (33, Palermo, Alessandra Sciutti (34, genova), Irina Vetere (26, Piacenza), Bruno Zamborlin (32, Vicenza).