Un altro primato industriale per Bologna. Ora investire sui giovani
Prodi: «Ima ci rende numeri uno. Ma dobbiamo essere all’altezza»
Intervista di Marco Madonia su Il Corriere di Bologna del 17 dicembre 2014
L’ex premier e lo shopping in Germania della multinazionale tascabile di Ozzano
BOLOGNA – Le domande sull’incontro con il premier Renzi e sulle consuete ipotesi quirinalizie sono vietate. Il professore Romano Prodi, però, di Ima parla molto volentieri. L’economista ex presidente del Consiglio conosce in profondità la multinazionale tascabile di Ozzano della famiglia Vacchi. Così, anche se impegnato nel colloquio con il presidente del Consiglio, ha avuto modo di analizzare l’acquisizione siglata da parte di Ima delle cinque imprese tedesche (Erca, Hassia, Hamba, Benhil e Gasty) del gruppo Oystar. Un affare da 65 milioni di euro che trasforma la multinazionale tascabile bolognese in un gruppo mondiale in grado di competere con Bosch per il primato del packaging alimentare.
«Questa è un’operazione straordinaria in un settore nel quale noi come città siamo già molto forti – ragiona il Professore. È un colpo in su per tutta l’industria bolognese perché adesso siamo i numeri uno del mondo nel settore delle macchine per l’imballaggio». Per Prodi l’operazione di Ima ha un valore di sistema per tutta l’economia bolognese. Il distretto delle macchine per l’imballaggio come ancora di salvezza al sesto anno filato di recessione. «Abbiamo imprese importanti, due addirittura con ricavi da un miliardo – aggiunge l’ex presidente della Commissione europea. Parliamo di leader che guidano un polo di eccellenza. Queste sono condizioni che ci assicurano che questo polo resti anche nel futuro».
Poi c’è il tema della filiera. Perché, come ha spiegato il presidente di Ima Alberto Vacchi, l’acquisizione dovrebbe produrre maggiori ricavi – tra i 60 e 70 milioni l’anno – per i fornitori bolognesi che dovrebbero aumentare il personale fino a 200 unità. Di questi tempi, non certo poca cosa.
«Dal punto di vista dell’economista mi interessa molto come Ima ha preparato la subfornitura – argomenta Prodi – puntando sull’innovazione e sull’efficienza di queste aziende». Dopo anni di delocalizzazioni o imprese acquistate da aziende straniere per la prima volta sotto le Due Torri il percorso si compie al contrario. «Vede, solo spingendo forte sull’efficienza è possibile spostare a Bologna le produzioni da Paesi dove il costo del lavoro è più basso, dalla Germania o da Paesi vicini come la Repubblica Ceca. L’efficienza li rende migliori rispetto ai luoghi dove l’unica variabile è il costo del lavoro».
In questo modo capita anche che Bologna, per un volta, vinca la concorrenza dei competitor tedeschi. «Quando uno è bravo è bravo», ride Prodi. Certo che dal punto di vista della politica industriale questo nuovo primato del packaging bolognese impone una serie di ragionamenti. «Siamo al massimo livello mondiale ma non ci dobbiamo fermare – continua. Ora bisogna lavorare molto di più sulla formazione e sulle scuole tecniche». Per Romano Prodi bisogna lavorare per costruire «un sistema virtuoso dove accanto al ruolo dell’imprese ci sia quello della politica e delle istituzioni pubbliche. Le imprese da sole non bastano».
Prodi, da economista, ha più volte lodato il sistema duale tedesco di alternanza tra scuola e lavoro e continua a battere sullo stesso tasto: «Attorno a queste imprese bisogna preparare delle strutture adeguate – conclude l’ex premier. È indispensabile investire sulle persone, sui giovani. La città si deve rendere conto di questo primato che va mantenuto a tutti i costi». Una chiacchierata senza sfiorare né l’attuale politica né, tantomeno, la sempre negata corsa al Quirinale. In questi giorni basta lo shopping tedesco di Ima per sorridere.